Lo rivela una recente ricerca dell’Eurispes ("La scuola: anatomia di una rivoluzione"), secondo la quale la percentuale dei giovani che accedono alla scuola superiore si colloca attualmente intorno all’80 per cento e quella dei giovani che conseguono un diploma di maturità è leggermente inferiore al 67 per cento.
Resta il fatto che un italiano su tre è privo di titolo di studio o possiede al massimo la licenza elementare, mentre più di un italiano sue due (esattamente il 55%) non va al di là della licenza media.
La ricerca dell’Eurispes conferma anche che il problema più serio del nostro sistema scolastico resta quello dell’abbandono: su 1.000 ragazzi che si iscrivono al primo anno di scuola media 47 abbandonano senza arrivare alla licenza, mentre su
953 che conseguono la licenza, 874 si iscrivono alla scuola secondaria.
Il confronto con l’Europa mette in evidenza una situazione difficile: l’Italia resta, dopo Spagna, Turchia e Portogallo, il Paese con la più bassa percentuale di diplomati e laureati; il fenomeno sembra avere immediate ripercussioni sui livelli occupazionali: ad un anno dall’uscita dalla scuola trova lavoro il 30% dei giovani, mentre nei Paesi Ocse tale percentuale è esattamente doppia.
L’Eurispes fornisce una spiegazione del fenomeno: la scuola sarebbe troppo ”burocratizzata e non collegata al mondo delle imprese”. "Ma – scrive l’Eurispes – il sistema scolastico italiano si trova in questo momento al centro di un vero e proprio vortice di riforme che stanno scuotendo un mondo intorpidito e assopito da decenni".
Un altro elemento della ricerca che colpisce l’attenzione degli osservatori riguarda la forte "disomogeneità" tra le Regioni del Paese: il 32% degli alunni delle scuole italiane vive nel Sud, mentre appena il 13,5% vive nel Nord-Est.