Il decreto scuola, grazie a un pacchetto di 13 emendamenti, allargherebbe la platea dei precari “salvati” attraverso il doppio binario di concorso/abilitazione messo in campo dal provvedimento.
Proposte di modifica
Una delle proposte di modifica- si legge sul Sole 24 Ore- stabilisce che possano accedere al concorso ordinario e a quello straordinario previsti dal decreto, limitatamente ai posti di sostegno, anche gli iscritti al quarto ciclo di Tfa. Seppure con riserva fino al conseguimento del titolo.
Terzo anno di precariato
Al tempo stesso, vengono ammessi con riserva alla selezione anche gli insegnanti che stanno maturando il terzo anno di precariato nel 2019/20. Mentre i prof che hanno alle spalle 3 anni nei percorsi di istruzione regionale – ed è un’altra novità – potranno accedere, come già avviene per quelli delle paritarie, solo all’abilitazione semplificata: prova orale da superare con 7/10 e anno di prova.
Norma taglia supplenze
Poi potrebbe scattare la norma “taglia-supplenze”, affidata agli uffici scolastici regionali che potranno bandire una “call” entro il 15 settembre per coprire i posti rimasti scoperti per assenza di candidati “titolati”. All’appello -riporta Il Sole 24 Ore- potranno rispondere non solo – come il Dl prevede oggi – i vincitori dei “vecchi” concorsi ma anche gli iscritti nelle Gae a esaurimento delle altre regioni. Fermo restando che la priorità verrà data comunque a chi ha vinto il concorso bandito prima.
Riapertura alla terza fascia
Ma c’è pure all’orizzonte un altro emendamento che trasforma le graduatorie d’istituto in graduatorie provinciali e nello stesso tempo riapre la terza fascia per i non abilitati.
Lucia Azzolina
Spiega la sottosegretario all’Istruzione Lucia Azzolina: «Evitare che le segreterie scoppino visto che alcune scuole hanno ricevuto anche 30mila Mad, le domande di «messa a disposizione», evitare che i titoli vengano valutati in maniera diversa gli stessi titoli e consentire ai docenti di non limitarsi a indicare 10 o 20 scuole ma concorrere sull’intero ambito provinciale».