Nell’aula della Camera, mercoledì 27, sono passate da poco le 17,30 e il presidente Roberto Fico, come spesso accade, invita tutti i deputati presenti a salutare gli studenti dell’Università di Bologna (corso di educatore sociale e culturale di Rimini) arrivati appositamente a Roma per assistere ad una seduta della massima istituzion della Repubblica.
Tutti applaudono e, subito dopo si riprende la discussione sul cosiddetto “decreto sisma”.
Il clima è teso, perchè intanto arriva la notizia di una dicharazione del Ministro dell’Economia resa davanti alla Commissione Finanze sulla questione del “fondo salva-stati”.
Il leghista Claudio Borghi sferra un duro attacco al Ministro e immediatamente interviene Giorgia Melondi (Fratelli d’Italia) a dargli man forte.
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A questo punto scoppia la bagarre, si arriva quasi alle mani, un deputato, solleva una sedia e la scaraventa a terra. Gli studenti in tribuna sono senza parole (o forse si divertono anche un po’, non sappiamo); intervengono i commessi della Camera e fanno sgombrare la tribuna. La rissa continua, fino a che il Presidente sospende la seduta.
Lo spettacolo è a dir poco incredibile, persino vergognoso.
Soprattutto perchè neppure mezz’ora prima alcune decine di studenti erano stati accolti nel “tempio” della democrazia perchè potessero ammirare dal vivo la bellezza del dibattito e del confronto democratico.
Il dato inaccettabile è che i deputati che nella seduta di mercoledì si sono azzuffati fra di loro sono esattamente gli stessi che a fine luglio si sono sbracciati per applaudire l’approvazione della legge sull’insegnamento dell’educazione civica.
Ma, forse, i parlamentari pensano che l’educazione civica debba impegnare solamente docenti e studenti ma non certamente chi siede alla Camera o al Senato.