Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale dell’utilizzo di Internet, dei social e dei relativi strumenti multimediali come smartphone e tablet che hanno cambiato il nostro modo di vivere, di creare nuove relazioni, di conoscere ed approfondire i temi di nostro gradimento e di fruizione dei contenuti preferiti.
Se da una parte è impensabile immaginare un giorno della nostra vita senza usare Internet, fare una ricerca senza consultare Wikipedia o non chiedere ad una persona appena conosciuta il profilo su Instagram , possiamo sicuramente affermare senza essere smentiti che di sicuro facciamo dei social e di Internet un uso eccessivo che sfocia in tanti casi in un vero e proprio abuso.
E in questo caso ci preme evidenziare l’abuso in particolare nei piccoli e negli adolescenti, perché come tutte le dipendenze anche l’uso spropositato ed eccessivo di Internet ne fa uno strumento da cui possono nascere specifiche patologie.
Di particolare interesse sono le analisi della Psicologa Simona Lauri: nel suo articolo su uso e abuso di Internet, osserva come in questo strumento non ci “sono emozioni neutre”, per cui c’è sia chi ne fa un uso positivo, valutando in maniera corretta ciò che legge, attribuendogli il giusto peso ed importanza e chi, invece, secondo l’esperta lo usa in “modo compulsivo e non fa altro che fare su e giù nella Home più conosciuta al mondo, scrutando le vite dei suoi amici virtuali e continuando a paragonare la propria vita a quella (meravigliosa) degli altri.”
Esisterebbero quindi due cluster di dipendenza da Internet: quelli che sono appassionati di computer che utilizzano il web per scegliere e trovare le informazioni che gli servono o per giocare ma senza stabilire contatti interpersonali. Poi ci sono quelli che frequentano chat forum alla ricerca di stimoli e bisogni affettivi, vivendo attraverso internet l’illusione che questa identità prenda forma, mentre invece parliamo di realtà fragile che porta il rischio di vivere in una società nella quale l’abuso di questo mezzo ti porta ad alienarti con il contesto in cui si vive.
Secondo una ricerca internazionale guidata da scienziati americani di vari dipartimenti del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, Ohio, che hanno collaborato a stretto contatto con l’Educational Neuroimaging Center. Biomedical Engineering dell’Istituto Israeliano di Tecnologia (Technion) ha dimostrato che i bambini che trascorrono più tempo davanti allo smartphone presentano una ridotta integrità della sostanza bianca nel cervello. Inoltre, gli stessi, manifestano minori capacità cognitive che si riflettono in deficit nel linguaggio, nell’alfabetizzazione e nella velocità di elaborazione. Di fatto dicono i ricercatori ,che il funzionamento del cervello dei bambini più piccoli è modificato nelle capacità cognitive.
Sono stati sottoposti al test 47 bambini con un età compresa tra i 3 e i 5 anni in grado di valutare le capacità cognitive, dalla velocità in cui erano in grado di nominare un oggetto osservato a funzioni legate al linguaggio e all’alfabetizzazione, mentre i genitori dovevano rispondere ad un test su domande che riguardavano il tempo trascorso dai figli davanti ai dispositivi multimediali. Incrociando i dati è emerso chiaramente che i bimbi con i punteggi più alti (negativi) erano quelli che trascorrevano più tempo davanti agli schermi, manifestando un linguaggio espressivo inferiore, una minore velocità di elaborazione e in generale capacità cognitive più limitate rispetto a coetanei. Ovviamente parliamo di risultati scientificamente non significativi vista l’esiguità del campione, in ogni caso il tema richiederà sicuramente degli approfondimenti nei prossimi anni.
Il tema desta forte preoccupazione, non a caso la Società Italiana Pediatri (SIP) ha pubblicato alcune linee guida sull’utilizzo di questi dispositivi da parte dei più piccoli: no a smartphone, tablet e simili ai bimbi al di sotto di 2 anni di età; non più di un’ora al giorno per quelli tra i 2 e i 5 anni; e fino a 2 ore per quelli tra 5 e 8 anni. Divieto assoluto prima dei pasti e prima di andare a dormire.