La legge di bilancio, nella versione approvata dal Senato, piace alla Uil Scuola almeno su un punto: la finalizzazione delle risorse del bonus merito previste dalla legge sulla buona scuola nel fondo dell’offerta formativa.
“Ora – sostiene il segretario nazionale Pino Turi – sarà più facile rivendicare l’utilizzo di tutto il ‘bonus merito’ nelle retribuzioni del personale andando ad incrementare le risorse stanziate nella legge di bilancio per traguardare definitivamente dalla stagione dei bonus (compreso il bonus docenti) a quella delle professionalità”.
“Ma – avverte ancora Turi – per ottenere l’aumento a tre cifre annunciato e promesso dai titolari del dicastero di Viale Trastevere, del primo e del secondo Governo Conte, oggetto anche dell’accordo con i sindacati, servono almeno altri 900 milioni in più”.
In realtà l’obiettivo della Uil-Scuola è ben più ambizioso: Turi parla infatti di un aumento di 150 euro mensili, per ottenere il quale occorrerebbero risorse davvero ingenti.
E, come abbiamo, più volte sottolineato a quel punto sarebbero le stesse confederazioni sindacali a porre un problema del tutto irrisolubile: ad un aumento del genere per i docenti dovrebbe corrispondere un incremento analogo anche per tutte le altre categorie del pubblico impiego; ma – in questa fase – trovare la copertura finanziaria per una operazione di questo tipo non sarebbe affatto facile.
Turi sottolinea infine che in sede di rinnovo contrattuale “restano da definire le regole in materia di sanzioni disciplinari e sedi di garanzia della libertà di insegnamento per la funzione docente”.
Senza dimentica che “va liberata la contrattazione dai vincoli legislativi ancora esistenti”.
Per la verità, a proposito del codice disciplinare, va ricordato che il contratto nazionale del 2018 prevedeva sulla materia una specifica sequenza contrattuale da chiudersi entro il 31 luglio 2018; sequenza contrattuale che non venne neppure aperta anche per esplicita volontà delle organizzazioni sindacali, con il risultato che – ad oggi – le sanzioni di Ata e DS sono definite dal contratto, mentre quelle del personale docente sono ancora fissate dalla legge ordinaria.
Intanto, nella giornata di giovedì 19 i sindacati del comparto sono convocati per il tentativo obbligatorio di conciliazione previsto a seguito della proclamazione dello stato di mobilitazione.
Difficile però prevedere cosa potrà accadere subito dopo, anche perché – ormai – la legge di bilancio è stata definitivamente approvata e per almeno altri 8-10 mesi non si parlerà più di ulteriori stanziamenti.