Quest’ultima ragione chiama direttamente in causa i docenti, che devono prestare alla questione del continuum maggiore attenzione e cercare di capirla in tutte le sue sfaccettature lasciando perdere le interpretazioni limitative.
A sottolineare la necessità di un impegno più qualificato da parte degli insegnanti è l’Istituto milanese di ricerca Iard nel recente rapporto “Dalla scuola materna alla scuola elementare: prospettive del quinto anno".
Lo studio mette infatti in evidenza come oggi prerequisiti della continuità debbano essere ritenuti non tanto quelli identificabili con la ripetitività delle attività, quanto quelli relativi alla conquista dell’io: autostima, identità ed autonomia. Validi per ogni ordine di istruzione, essi sono ancor più da considerare nella fase di passaggio dalla scuola materna a quella elementare. Il filo rosso che delinea il percorso formativo di questi due gradi, e specialmente dell’anno ponte, è quello delle esperienze realizzate dal bambino, le quali vanno supportate da un’adeguata metodologia.
La predisposizione concordata di situazioni globali di apprendimento permette infatti ai piccoli studenti di non ripartire sempre dall’inizio e permette loro di riconoscere i passi della crescita. Nel promuovere il processo di continuità, fondamentale è il ruolo del maestro che, ad esempio, nell’educazione all’ascolto non può essere soltanto un buon esecutore e lettore del testo, ma deve porsi soprattutto come “evocatore" di emozioni, portando l’alunno nel fantastico mondo delle favole e della narrazione.