Si allarga il fronte della protesta a difesa dell’istruzione pubblica. Dopo le mobilitazioni dei giorni scorsi, condotte in particolare in Francia, il 6 ottobre diverse migliaia di liceali hanno manifestato a Madrid ed in altre città spagnole: la dura contestazione, che ha fatto seguito a quella di precedenti manifestazioni, ha inteso evidenziare i danni all’istruzione provenienti dalle misure d’austerità decise dal governo regionale.
Sono stati diversi gli slogan pronunciati dai giovani spagnoli durante il loro percorso, che si è snodato nelle vie del centro della capitale fino alla celebre piazza della Puerta del Sol, luogo simbolo della protesta degli Indignados: tra i più gettonati "Difesa della scuola pubblica, i tagli alle banche", "Sì, i quattrini ci sono, ma li hanno i banchieri" e "Meno avvoltoi, più cattedre".
I problemi evidenziati dai giovani iberici non appaiono molto diversi da quelli degli altri Paesi europei, compreso il nostro. "Abbiamo meno professori quest’anno, hanno chiuso la biblioteca perché nessuno se ne può occupare", ha detto Alicia Fernandez, 16 anni, allieva di un liceo di Madrid. La mobilitazione ha riscosso molte adesioni: a Madrid, in particolare, secondo gli organizzatori l’85% degli studenti non è andato a scuola.
Nei prossimi giorni la contestazione contro tagli e austerità coinvolgerà anche il corpo insegnante: una mobilitazione delle categoria dei docenti è prevista per il prossimo 20 ottobre. Mentre una grande manifestazione generale – con studenti, insegnanti e genitori – è fissata a Madrid per il 22 ottobre. La difesa dei servizi pubblici essenziali, infine, è uno dei temi centrali della campagna elettorale per le elezioni legislative del 20 novembre.