Per i bambini che tornano dalla Cina bisogna prevedere due settimane obbligatorie di isolamento prima di tornare a scuola: a chiederlo sono stati, lunedì 3 febbraio, i governatori di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia (tutti leghisti) e di Trentino Alto Adige (Svp, il Partito Popolare Sudtirolese).
La lettera dei presidenti
Con una lettera comune indirizzata al ministro della Sanità, Roberto Speranza, i quattro presidenti di Regione (Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga e Arno Kompatscher) hanno chiesto che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole.
Nella missiva al ministro, i quattro governatori citano le preoccupazioni dei genitori e puntano il dito sulla Circolare del ministero, che fornisce indicazioni sulla gestione dei soggetti asintomatici che devono frequentare le comunità scolastiche senza restrizioni, ed in particolare prevede che sui bambini il personale scolastico si presti “particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite…)’”.
Misura in via precauzione
Con la lettera, “al fine anche di evitare che diverse interpretazioni della Circolare in oggetto alimentino ansie, in particolare nei genitori dei bambini più piccoli, si chiede che venga presa in considerazione la possibilità di integrare la suddetta Circolare prevedendo un ulteriore elemento di tutela verso i bambini che frequentano i servizi educativi per l’infanzia e gli studenti soggetti ad obbligo scolastico, italiani e non, prevedendo in via del tutto precauzionale un periodo di 14 giorni prima del rientro a scuola da parte degli studenti giunti in Italia dalle aree affette della Cina“.
Zaia e Fontana: diamo risposte ai genitori
“Non c’è nessuna volontà di contrapposizioni politiche – ha detto Luca Zaia, governatore del Veneto -, né tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all’ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso”.
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, tiene a dire che la norma è stata chiesta “a seguito del report del 1° febbraio dell’Oms, secondo cui la trasmissione da Coronavirus in soggetto asintomatico è rara ma possibile”.
Le due settimane di isolamento andrebbero a collocarsi, ha detto ancora Fontana, “nell’ottica della massima precauzione e a tutela di bambini dei nidi e delle scuole materne, studenti e famiglie. Né più, né meno”.
La ministra: tranquillità assoluta
Di tutt’altro avviso si è detta, invece, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: “Ci siamo mossi immediatamente come Governo”, ha detto la responsabile del Miur.
“Non voglio che si creino inutili allarmismi, la propaganda non fa bene. Non ci sono motivi per escludere gli alunni dalla scuola. Nella Circolare abbiamo spiegato cosa fare e in quali casi, quindi tranquillità assoluta”, ha concluso la ministra dell’Istruzione.
La Circolare Miur
All’interno della Circolare Miur a cui fa riferimento la ministra, inviata sabato scorso agli Usr e alle oltre 8 mila scuole italiane, il dicastero dell’Istruzione ha scritto che gli studenti ai quali è stato comunicato dall’autorità sanitaria, o che sono venuti in altro modo a conoscenza, di aver effettuato un viaggio insieme ad un paziente nCoV – con qualsiasi tipo di trasporto – e/o di aver coabitato con un paziente nCoV, entro un periodo di 14 giorni, devono “telefonare tempestivamente al 1500 o ai centri di riferimento delle regioni, per le misure di sorveglianza, ove non siano state già adottate dall’autorità sanitaria”.
Al momento, in base a tali indicazioni ufficiali, sarà quindi l’autorità sanitaria a valutare, caso per caso, se procedere all’isolamento dell’allievo di ritorno dalla Cina.