Mentre si è ancora in attesa della proclamazione ufficiale dello sciopero dei precari della scuola preannunciato da parte Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda per il 17 marzo, arriva la notizia che in queste ore Unicobas ha indetto una giornata di sciopero di tutto il comparto (e non del solo personale precario) proprio per la stessa data.
Alle 14.30 di mercoledì 12 è in programma la conferenza stampa nel corso della quale i 5 sindacati più rappresentativi illustreranno le motivazioni dello sciopero.
Ma intanto Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, spiega i tre punti qualificanti della protesta indetta dal suo sindacato.
Innanzitutto c’è la questione contrattuale che è di difficile soluzione perché le risorse attualmente disponibili consentirebbero un aumento di 70 euro lordi al massimo.
Unicobas chiede un aumento medio di 250 euro che potrebbe davvero consentire una prima forma di equiparazione alle retribuzioni europee.
Il secondo punto riguarda il tema del precariato.
Il sindacato rivendica assunzioni effettuate con il meccanismo del doppio canale: metà dei posti vacanti e disponibili per i precari abilitati o con un concorso superato e con servizio già prestato; l’altra metà dei posti assegnati mediante concorso ordinario.
Senza trascurare la proposta di istituire una classe di concorso specifica per il sostegno.
Terza richiesta, ma non ultima per importanza, è quella del ritiro definitivo di ogni proposta di regionalizzazione della scuola.
Ma perché uno sciopero di questo genere in concomitanza con quello dei sindacati rappresentativi?
“Intanto – afferma Stefano d’Errico – in questo momento [sono le ore 11 di mercoledì, ndr] lo sciopero dei sindacati pronta-firma non risulta ancora proclamato e, visto come sono andate le cose in precedenza, non mi stupirei se alla fine venisse ritirato. In ogni caso il nostro è uno sciopero unitario di tutto il comparto e non è limitato al personale precario perché contratto e regionalizzazione riguardano tutti. Noi abbiamo obiettivi chiari, gli altri sindacati mi pare molto meno”.