L’inflessibilità delle leggi e delle norme a volte sembra andare oltre ogni logica. Ecco che allora spesso da altri Paesi del mondo giungono storie incredibili. Che oltrepassano, a volte, anche la fantasia. Come quella che giunge dai documenti depositati da un avvocato presso un tribunale di Albuquerque, nel New Mexico, in una causa contro un dirigente scolastico, un insegnante e un poliziotto: il motivo della disputa giudiziaria sarebbe quello di aver condotto in un carcere minorile bambino di 13 anni, dopo averlo anche ammanettato. Ma quel che è probabilmente ancora più grave è la motivazione (futile!) che ha portato ad un provvedimento così spropositato.
Il giovane aveva “ruttato rumorosamente” nell’ora di educazione fisica, creando confusione durante la lezione. A rendere ancora più sproporzionata la punizione rispetto all’errore commesso, è stato il fatto che il tutto sarebbe accaduto senza che nessuno, tra il personale della scuola ed in prima battuta della struttura carceraria, si fosse preso la briga di avvisare i genitori di quello che stava accadendo.
E a “completamento” dell’incredibile racconto c’è il fatto che lo studente è stato anche costretto a spogliarsi e a rimanere in mutande davanti a cinque adulti dopo era stato accusato di aver venduto marijuana a un compagno di scuola.
Ora, senza la pervicacia di un avvocato particolarmente attivo, Shannon Kennedy, non sarebbe mai stato di pubblico dominio: il legale ha fatto sapere che da anni si batte contro l’uso della forza e della violenza verso i bambini con problemi. Secondo Kennedy negli ultimi tre anni, solo negli Stati Uniti oltre 200 bambini sarebbero stati ammanettati o arrestati a scuola per reati minori non violenti.