A partire dal mese di gennaio gli studenti e le famiglie interessate a conoscere i nuovi istituti avranno la possibilità di acquisirne l’offerta formativa, le peculiarità ed il tipo di organizzazione scolastica tramite il portale del ministero dell’Istruzione: il progetto – denominato “La scuola in chiaro” – è stato presentato il 7 dicembre a Roma, presso la sede del Cnr, nel corso del convegno “L’avvio del sistema di valutazione in Italia come fattore di miglioramento e di sviluppo”, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, del direttore dell’Educazione Ocse, Barbara Ischinger, del direttore Ceri/Ocse Dirk Van Damme e di diversi esperti d’istruzione.
Il Miur, in pratica, metterà a disposizione delle schede sintetiche contenenti informazioni sul corpo insegnante, sul numero delle classi e degli studenti, ma anche aule speciali, laboratori, palestre, numero di computer, lavagne interattive multimediali e via dicendo. “Si tratta – ha spiegato a margine del convegno un portavoce del Ministero – di un’evoluzione del ‘cerca scuola’, il servizio on line che già da qualche tempo consente di rintracciare la scuola più vicina alla propria abitazione”.
I circa 10 mila istituti, inoltre, saranno sensibilizzati dal dicastero di Viale Trastevere per rendere pubblici anche il loro Piano dell’offerta formativa, possibilmente corredato con i dati sugli esiti degli esami, delle prove, sulle assenze, sulla dispersione.
L’iniziativa è stata accolta con soddisfazione dal ministro, che ha sottolineato la diversità tra dati certi e informazioni che gli istituti renderanno solo su base volontaria: “in vista delle prossime scadenze sulle iscrizioni, il Ministero – ha detto Profumo – renderà disponibili i dati in possesso del sistema informativo e lascerà alle scuole, nella loro autonomia, l’inserimento di tutti quei dati relativi ai risultati delle valutazioni degli apprendimenti e dell’offerta formativa”.
In generale, Profumo ha aggiunto che “la valutazione, centrale in ogni processo di cambiamento, non deve essere vista come un atto ‘sanzionatorio’ nei confronti dei docenti, ma in funzione di un miglioramento della qualità della scuola, tramite prove strutturate e standardizzate, che consentano confronti tra i risultati”.
Nel corso del convegno sono stati presentati anche i risultati della sperimentazione sulla valutazione dei docenti, svolta lo scorso anno in 33 istituti del Piemonte, Lombardia e Campania, che (con non poca fatica per reperire “candidati”) ha premiato il 20 per cento degli insegnanti in servizio presso ogni scuola coinvolta: secondo i ricercatori della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo e Treellle, che hanno svolto l’indagine, il metodo intrapreso dal Miur “non è una bacchetta magica e non è esente da problemi e controindicazioni, ma alla luce delle riflessioni teoriche sulla questione e nei limiti delle evidenze empiriche rilevate, lascia ben sperare e quindi merita di essere considerato, per ora almeno in via sperimentale”.
Il rapporto rivela, inoltre, che “nella maggioranza delle scuole coloro che non rilevano errori nella lista dei premiati sono stati più numerosi di chi invece ha rilevato errori. Questo è accaduto nell`87% delle scuole per i genitori, nel 75% delle scuole per gli studenti e nel 61% delle scuole per i docenti”. L’esperimento, quindi, sostengono le fondazioni, andrebbe replicato anche nell’anno in corso.