Sfuma prima ancora di nascere l’iniziativa dell’Ansas, l’Agenzia nazionale dello sviluppo per l’autonomia scolastica, di riconvertire migliaia di docenti in esubero attraverso un corso di abilitazione – di 120 ore da svolgere on line e appena 2 in presenza – utile ad insegnare sul sostegno: il 5 gennaio, a pochi giorni dalla chiusura del bando per raccogliere le candidature dei tutor, la stessa Ansas ha pubblicato la revoca in autotutela del decreto n. 273 del 12 dicembre 2011”: tra le motivazioni si indicano “sopravvenuti motivi di pubblico interesse e di nuova valutazione di interesse pubblico originario”.
La decisione è giunta dopo il coro unanime di disapprovazione per l’iniziativa. Tra i più contrari c’erano le associazioni dei disabili, capitanate da Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, ed esperto di normativa: “il bando – ha detto Nocera – deve essere interamente riscritto perché i corsi vanno organizzati secondo le indicazioni del decreto 249/2010, che prevede 60 crediti formativi per i docenti di sostegno”.
Parole forti erano state espresse anche dai docenti di sostegno, soprattutto precari, che dopo essersi formati nelle Università attraverso decine di esami, 800 ore di corsi ed un lungo tirocinio, si sarebbero ritrovati “scalzati” dai docenti riconvertiti in pochi mesi: “gli insegnanti specializzati – hanno scritto sul sito www.disabili.com – hanno seguito un percorso formativo universitario, con esami di didattica speciale e per l’integrazione, di area psicologia, psicopatologica e dello sviluppo, nonché dell’area normativa dedicata alla disabilità, supportati da numerosi laboratori applicativi e da un compiuto percorso di tirocinio. Questi ultimi, se non ancora di ruolo, saranno però soppiantati dai loro colleghi riconvertiti su posto di sostegno, perdendo così il lavoro che avevano scelto e per il quale si erano adeguatamente formati”.
Tra i primi ad esprimere soddisfazione per il ripensamento dell’Ansas è stato Marcello Pacifico, presidente dell’Anief: “anziché ipotizzare nuovi modelli per la formazione degli insegnanti di sostegno, che, dal 1998, è stata delegata con successo alle università – ha detto Pacifico – il Miur farebbe bene ad attivarsi per formare gli insegnanti sui disturbi specifici di apprendimento, ad un anno dall’approvazione della legge n. 170 dell’8 ottobre 2010, e per fare attivare dai direttori scolastici regionali tutti i posti in deroga”. Quanto al problema dei soprannumerari, secondo il leader dell’Anief “è evidente che la colpa non è degli insegnanti, ma della politica sconsiderata dei tagli lineari nella scuola: basterebbe introdurre l’organico funzionale e concedere la possibilità di conseguire ulteriori abilitazioni presso i corsi di TFA”.
L’idea di ricollocare i docenti in soprannumero (in particolare gli Itp, molti dei quali privi di altre abilitazioni) era nata per evitare di far scattare nei loro confronti la mobilità coatta su altri ruoli o la cassa integrazione per due anni, introdotte in estate. Al Miur avevano così pensato di dare loro la possibilità di abilitarsi o specializzarsi su materie che presentassero vuoti di “cattedre”. E quale poteva essere migliore se non l’area dal sostegno, dove sono almeno 30mila i posti sparsi per l’Italia ancora privi di docente titolare? Solo che i tempi stretti e la scarsità di fondi a disposizione si conciliano male con le esigenze (e soprattutto i diritti) degli alunni disabili.