Questi alcuni degli argomenti trattati con il “maestro di strada” campano nel corso della lunga conversazione.
Per rompere il circolo vizioso povertà-istruzione occorre elevare l’istruzione dei figli.
I fondi alla scuola sono investimenti, non una spesa: in questa difficile contingenza di crisi serve ottimizzare le risorse e indirizzarle verso le aree più deboli.
L’apprendimento oggi passa per i nuovi media, ma al centro ci sono ancora gli alfabeti di cittadinanza. Largo poi a percorsi meno standardizzati, offerte ampie e flessibili, e percorsi per la “seconda occasione” con alleanze sul territorio.
La riduzione del percorso scolastico a 12 anni? È un discorso complesso che dovrebbe fare parte di una revisione dei cicli scolastici e di un ampio dibattito nel paese: non è vero che c’è un disegno di legge pronto.
Il problema reclutamento si risolve con due “canali” e concorsi ogni due anni.
Per leggere l’intera intervista vai al n. 10 del 25 gennaio 2012