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Scienze della Formazione, a L’Aquila 148 posti rimangono vuoti: ora il Tar ne assegna 20

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Ancora una sentenza che reputa illegittime le soglie minime per accedere a dei corsi universitari: stavolta il superamento di fatto del numero chiuso riguarda un corso di studi che ha a che vedere da vicino il mondo della scuola, il corso di laurea di Scienza della Formazione dell’università de L’Aquila. Ad essere integrati nel corso, attraverso una sentenza del Tar del Lazio, che ha sciolto definitivamente la riserva, attraverso cui avevano comunque seguito sino ad oggi le lezioni, sono stati 20 studenti che lo scorso anno non avevano fatto registrare la soglia minima di 60 risposte positive agli 80 quiz della prova preselettiva.
Esulta, per l’esito della sentenza, l’Unione degli Universitari di L’Aquila promotrice del ricorso: “l’ordinanza del Tar – dice il coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari Michele Orezzi – costituisce un primo passo per ristabilire la legalità”, dopo che “molti ragazzi non hanno raggiunto l’altissima soglia, e i posti sono rimasti tutti vuoti. “Siamo molto soddisfatti della sentenza – continua Orezzi – ma l’obiettivo ora è estendere a tutti mediante un Decreto del Ministero le nostre sentenze, anche agli studenti che non hanno potuto fruire dei nostri ricorsi. I posti liberi ci sono, ora che la soglia è stata dichiarata illegittima ci aspettiamo che il Ministro Profumo possa prendere atto della sentenza e che finalmente i posti liberi possano essere assegnati a tutti gli altri studenti”.
In effetti, erano 250 i posti messi a disposizione del Miur per frequentare il corso di laurea di Scienza della Formazione, ma solo 102 ragazzi sono riusciti ad entrare. Ben 148 posti, quindi, sono rimasti non assegnati. Ed oltre la metà rimangono ad oggi ancora liberi. Considerando che si tratta di “un corso di laurea abilitante all’insegnamento nelle scuole materne ed elementari e con i contingenti già calcolati ai sensi di legge – sostiene Valentina Ciaccio rappresentante dell’Udu Aquila – siamo di fronte ad una situazione è a dir poco paradossale! In realtà la Gelmini con il decreto mirava a tagliare ulteriormente e surrettiziamente i posti, l’ennesimo tassello insomma di un puzzle volto a tagliare e indebolire la scuola pubblica. Speriamo che questa aquilana sia una pietra miliare per poter riportare la questione su dei binari di giustizia”.
E’ improbabile, tuttavia, che il ministero dell’Istruzione cambi le regole che permettono l’accesso ai corsi di laurea abilitanti. Quella delle prove preselettiva, incentrate su un alto numero di quiz a numero chiuso, sembra infatti essere una strada che il dicastero di viale Trastevere (come tutte le altre pubbliche amministrazioni) non intende più lasciare. Per selezionare gli aspiranti docenti, come per valutare gli alunni o gli insegnanti in carriera.