Sul ritorno a scuola, Matteo Renzi non arretra e spiega: bisogna tornare a scuola il prima possibile, a cominciare da chi deve svolgere gli Esami di Stato, a patto che si faccia uno screening di massa. L’ex premier e oggi leader di Italia Viva, lo ha detto nei giorni scorsi, quindi lo ha ripetuto e ribadito il 1° aprile.
“Pensiamo a chi fa gli esami”
Intervenendo a ‘Radio Anch’io’, su Radio Rai 1, Renzi ha argomentato il concetto: “Io ho tre figli. Quando dico che dobbiamo ripartire anche con la riapertura delle scuole non dico di sottovalutare il virus. Io dico: pensiamo a chi fa gli esami perchè penso a una graduale riapertura grazie a uno screening di tutti gli studenti“.
Basta una puntura su un dito
Qualche giorno fa, il 28 marzo, in un intervista ad Avvenire, lo stesso Matteo Renzi aveva detto: “si torni a scuola il 4 maggio. Almeno i 700mila studenti delle medie (quindi solo del terzo anno n.d.r.) e i 2 milioni 700mila delle superiori. Tutti di nuovo in classe, mantenendo le distanze e dopo aver fatto comunque tutti un esame sierologico una puntura su un dito e con una goccia di sangue si vede se hai avuto il virus”.
Docenti, Ata e presidi: anche loro
Sempre nei giorni scorsi, l’ex presidente del Consiglio ha dichiarato che anche i docenti dovranno fare lo screening: non è una precisazione da poco, perchè gli insegnanti in servizio sono circa 870 mila.
E il personale amministrativo, tecnico e ausiliario? E i dirigenti scolastici? Ovviamente lo screening di massa, riguarderebbe anche costoro.
In tutti, stiamo quindi parlando di quasi dieci milioni di persone. Per lo Stato, indubbiamente, si tratterebbe quindi di una spesa non indifferente. Resta da capire, ora, se sarà proprio necessaria. La parola passa agli epidemiologi.
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