La riduzione del numero dei docenti non riguarda gli insegnanti di sostegno, per i quali è prevista una deroga, e nemmeno le scuole dei piccoli centri montani. Resta ferma, comunque, la percentuale dell’1% fissata come limite minimo per la riduzione di personale. Gli effetti del provvedimento verranno, comunque, resi meno pesanti tramite l’utilizzo del part-time. I tagli si aggiungono a quelli già messi in atto con la Finanziaria ’97, che hanno determinato una soppressione di circa 27.000 posti di lavoro. Il dato allarmante è rappresentato dal fatto che il comparto ha ormai subìto una riduzione di organico che, dal 1991 ad oggi sfiora le 100.000 unità lavorative. D’altra parte bisogna considerare che questa situazione è stata generata in massima parte dal calo demografico che, ormai pare stabilizzato e, sebbene in modesta percentuale, addirittura in controtendenza rispetto agli ultimi anni.
A ciò si aggiunge, però, il recente vincolo transnazionale al rapporto deficit- PIL, che impone al nostro Paese interventi di contenimento della spesa anche nel settore della scuola. Inoltre, secondo proiezioni elaborate dall’ufficio bilancio della Camera dei deputati, il fenomeno è destinato ad aumentare. Si spiega così la prudenza del Ministero della Pubblica Istruzione nel diffondere dati riguardanti i posti da mettere a concorso in aggiunta a quelli dichiarati vacanti.
Restano comunque confermati i circa 60.000 posti disponibili per i concorsi nei vari ordini di scuola, ai quali si aggiungeranno comunque altre disponibilità derivanti dai pensionamenti. Va detto subito che i tagli peseranno unicamente sul turn-over e non vi sono rischi circa il mantenimento del posto di lavoro per il personale in servizio a tempo indeterminato. Se mai, eventuali rischi sussistono per il mantenimento della sede che, in tutta evidenza, non potrà essere garantita se non vi saranno i termini stabiliti dal dimensionamento. Resta da vedere quali saranno gli effetti dell’introduzione dell’organico funzionale nella secondaria, che potrebbe essere utilizzato anche come ammortizzatore per la mobilità verso altre sedi.
Inoltre, con la riforma dei cicli sarà possibile anche una nuova forma di mobilità verticale, per lo meno nel ciclo di base, che permetterà agli insegnanti in esubero di essere utilizzati nell’ambito di tutto il ciclo formativo settennale che sostituirà i due attuali cicli elementare e media.