L’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV ha condotto un’indagine sugli under-30 italiani, promossa da ViacomCBS Networks Italia, in relazione all’emergenza sanitaria in corso su un campione di 1000 giovani tra i 16 e i 30 anni, ottenendo risultati singolari e forse anche inattesi. I giovani italiani sono in pratica rispettosi delle regole, analitici rispetto al futuro, facilitatori della trasformazione digitale dentro le famiglie, delusi dalle istituzioni lente a reagire ma fiduciosi nelle risorse solidali di una riscoperta comunità nazionale .
Il Covid ha cambiato le abitudini
Le restrizioni imposte dal lockdown – riporta l’Ansa– hanno cambiato le abitudini di vita all’interno delle famiglie, amplificando la dimensione della convivenza e della vicinanza e sfumando i contorni tra la quotidianità reale e quella virtuale.
Interpreti, per eccellenza, della compenetrazione tra online e offline, i ragazzi stanno dettando all’interno delle famiglie la propria originale agenda di consumo mediatico, svecchiando stili di vita, abitudini e convenzioni decennali.
Ambasciatori di queste nuove modalità di fruizione dei contenuti, i ragazzi diventano così ‘acceleratori’ della trasformazione digitale dentro le proprie case, nei confronti dei genitori e degli adulti.
E poi hanno fiducia nelle istituzioni e in modo particolare verso le organizzazioni – pubbliche o private – che hanno saputo dare prova di incisività come la Protezione civile, ma deludono, in questo senso, le istituzioni sovranazionali, la cui gestione della questione Covid19 non ha convinto i ragazzi.
La controversa gestione dell’emergenza sanitaria a livello europeo sembra avere raffreddato il consenso dei ragazzi.
Non hanno fiducia nell’Ue
Tuttavia diminuisce la fiducia nell’Unione Europea, mentre vivono la situazione indotta dal Covid19 con un caleidoscopio di emozioni: preoccupazione, stress, ma anche fiducia e voglia di impegnarsi.
Nuovi contatti e al servizio della società
Il 68% del campione sperimenta nello stesso tempo nuovi modi per stare in contatto con i coetanei, rispettando le regole, e la pandemia diventa anche un modo per ridestare fortemente la volontà dei giovani di mettersi al servizio della comunità.
Se per un verso i giovani vedono avvicinarsi giorni difficili, sanno che la pandemia sarà uno spartiacque, ma pensano che il senso di appartenenza ad una comunità nazionale solidale possa essere la risorsa decisiva.
La scuola luogo di crescita
Allo stesso tempo i più giovani riconoscono che le nuove modalità di studio a distanza rappresentano un’opportunità, ma le vivono come strumenti compensatori: la scuola resta il luogo di crescita per eccellenza.
• Il 94% del campione fa e-learning, il 65% ne è soddisfatto, ma 8 ragazzi su 10 pensano che la relazione diretta con compagni e insegnanti sia insostituibile;
• Il 51% pensa sia giusto che i voti assegnati nelle classi virtuali vengano ritenuti validi. Il 66% pensa che la promozione debba essere garantita a tutti, prevedendo poi corsi successivi per colmare le lacune;
• Il 67% degli studenti all’ultimo anno di scuola superiore è preoccupato che la situazione impatti negativamente sull’ingresso in università;
• I ragazzi non chiedono l’annullamento dell’esame di maturità, ma una revisione che lo semplifichi:
o Il 97% chiede una prova d’esame commisurata al programma svolto;
o Il 91% vorrebbe una commissione interna;
o Il 64% vorrebbe l’ammissione per tutti gli studenti, con esame solo orale per il 70% del campione.