Nella scuola gli altri sono coloro che identificano, in un collega, comportamenti adeguati, competenza e capacità di comunicare efficacemente. Quindi, per essere docenti o presidi autorevoli, chi ci circonda a scuola, deve riconoscere equità nell’esigere dagli altri quanto da se stesso, deve percepire l’equilibrio psichico che permetta di evitare atteggiamenti di aggressività, deve rilevare la capacità di poter ammettere i propri errori senza scuse e di saper gestire i conflitti al loro sorgere, evitando timori reverenziali e autocensure. Solo così il bravo educatore è visto dagli altri come soggetto autorevole e non autoritario.
Quanto detto era sicuramente vero ieri, e deve esserlo anche oggi nell’era dell’innovazione tecnologica applicata alla didattica. Domandiamoci se l’insegnante che entra in relazione con i suoi alunni tramite un qualsiasi Social Network o che usa l’Ipad a scuola, aumenta o diminuisce la sua credibilità agli occhi degli studenti.
Alcuni presidi, ad esempio, con presumibile autorità ( produzione di circolari interne ) propendono per l’ipotesi di una perdita di autorevolezza del docente, se quest’ultimo si relaziona con i propri studenti in Facebook.
Altri, esperti in comunicazione, affermano esattamente il contrario, dando alle nuove condivisioni nel web, se usate in modo corretto, notevoli potenzialità di crescita didattico-educativa. Per capire il contenuto dell’autorevolezza ed il modo per conseguirla all’interno di un gruppo di lavoro, è necessario preliminarmente distinguerla dall’autorità, con riguardo alle rispettive origini.
Infatti, l’autorità che viene dall’alto in forza di leggi, norme e regolamenti è conferita ad un soggetto che, però, può esercitarla con o senza autorevolezza.
Al contrario l’autorevolezza di un professionista della scuola, che può avere anche un’autorità formale, la si evidenzia nelle proprie azioni, grazie al possesso di un bagaglio culturale riconosciuto da tutti, in quanto formatosi nel corso di una vita professionale con comportamenti ed azioni coerenti, sia interni che esterni all’organizzazione lavorativa.
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