“La mortadella è un prodotto sano, sicuro e di grande qualità apprezzato dai consumatori in tutto il mondo e che ha contribuito alla promozione economica culturale e turistica del territorio bolognese. Siamo stupefatti da questa decisione della Regione che sconsiglia l’utilizzo della mortadella nelle mense degli istituti scolastici. Non si sono valutate attentamente le conseguenze negative sia culturali che economiche di questa scelta, che getta un’ombra sul prodotto tipico per eccellenza sul nostro territorio, che ha contribuito all’immagine della città, quanto e più delle Due Torri, tanto che comunemente nel mondo viene chiamata la Bologna”. Dicono i produttori.
E poi aggiungono: “E’ impensabile bandire la mortadella dalle mense proprio perché è con questa che numerose generazioni di bolognesi sono cresciuti in ottima salute”.
Anche l’Unione Cuochi Bolognesi in campo: “Alcuni prodotti potrebbero essere troppo calorici, ed è giusto per questo vietarli, ma non la mortadella che è uno dei salumi in commercio meno grassi. Bisogna educare i bambini alla buona alimentazione, che sia sana, semplice e basata su prodotti genuini e la mortadella, secondo ricetta tradizionale, è uno di questi”.
La preoccupazione sarebbe nata perché tra gli affettati “buoni e salutari” le linee guida parlano solo di prosciutto crudo magro dolce e cotto (senza polifosfati aggiunti), oltre a lonzino magro e bresaola. Gli assessori della Regione hanno poi sottolineato che “le linee guida regionali costituiscono un indirizzo e non un obbligo e come tali sono un invito alla corresponsabilità per il benessere dei giovani e giovanissimi verso scuole, istituzioni locali, famiglie e media”.
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