Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista a La Stampa, parla dell’emergenza coronavirus e anche della possibile riapertura delle scuole. Secondo il leader sindacale bisogna pensare subito ai trasporti, al turismo, alla cultura e capire, fin da subito, come e quando aprire nidi, asili, scuole di ogni ordine e grado studiando tutti gli accorgimenti possibili: “Bisogna stabilizzare gli insegnanti precari. L’insegnamento a distanza va bene, ma serve pure quello in presenza, che significa anche dare una risposta alle esigenze delle famiglie”.
Per il leader sindacale, dunque, sembra mettere sullo stesso piano la scuola con le industrie anche se, a dir il vero, con la situazione attuale degli edifici scolastici difficilmente si può riaprire in tempi brevi in piena sicurezza. Anche sulla formazione in presenza nell’ultimo mese di scuola ci sarebbe da ridire in considerazione che l’insegnamento in aula comporta più rischi che altro: non muove il prodotto interno lordo (che già segna un preoccupante -6% come previsione nell’ultimo mese), ma porta solo a mettere a serio rischio la salute degli alunni e del personale scolastico.
Per Landini, comunque, non sarebbe onesto non vedere che il coronavirus ha fatto vedere “tutti i limiti del modello di sviluppo che ha dominato in questi anni in Italia e nel mondo, che aveva al centro il mercato senza regole, il profitto e il consumo fine a sé stesso.Un modello che ha determinato una crisi climatica pericolosa, un livello di diseguaglianza senza precedenti, e attraverso i tagli al sistema sanitario ha messo in pericolo tutti noi”.