Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo a cura di Renata Mentasti, dirigente scolastica I.C. Roccastrada (Grosseto) sulla didattica a distanza per alunni con BES.
Da un questionario di monitoraggio interno al nostro Istituto sullo svolgimento delle attività di DAD per alunni in difficoltà, è emerso quanto segue.
Quasi l’80% degli studenti accede regolarmente alla piattaforma di Didattica a Distanza svolgendo le attività programmate per la classe, con opportune misure compensative/dispensative; il 10% del campione monitorato, invece, non accede quasi mai alla piattaforma pur avendo la strumentazione necessaria, mentre il 49% di loro necessita della mediazione dell’adulto per partecipare e per svolgere le attività didattiche. Secondo gli insegnanti che hanno compilato il questionario, inoltre, il 25% degli studenti non riesce a comunicare efficacemente con gli strumenti tecnologici, soprattutto perché la DAD non può sostituirsi in nessun modo alla relazione educativa empatica che è parte fondamentale della didattica speciale.
Questo significa che in molte situazioni si richiede alla famiglia dell’alunno un compito complesso che spesso non è in grado di svolgere, ad esempio l’applicazione di strategie didattiche adeguate e, in alcuni casi, anche gli interventi necessari per stimolare l’attenzione dell’alunno. Costruire a casa un ambiente di apprendimento valido non è sempre possibile, nonostante l’impegno e la volontà della famiglia e dei docenti, anche quando questi ultimi forniscono tutte le indicazioni possibili.
Le difficoltà legate alle competenze informatiche delle famiglie sono state supportate e nella maggior parte dei casi risolte grazie alle indicazione dei docenti e dell’animatore digitale. Gli strumenti utilizzati per mantenere un contatto con le famiglie e gli studenti sono state diverse: gli insegnanti hanno fatto ricorso a whatsapp, telefonate e classi individuali sulla piattaforma scelta per erogare la didattica a distanza. L’uso di tali strumenti non può però sostituire completamente una didattica di tipo frontale.
Tra le difficoltà segnalate dagli insegnanti, si riportano in particolare le seguenti:
- Alcuni studenti dipendono totalmente da un’ altra persona per svolgere ogni tipo di attività scolastica. Se la famiglia è di origine straniera, incontra difficoltà nella comprensione a livello linguistico della consegna, oltre che nel momento dell’esecuzione dell’attività didattica proposta;
- Alcuni bambini/bambine non hanno piacere a partecipare agli incontri in modalità Live con i compagni, non potendo interagire direttamente con loro, ma potendolo fare solo con la mediazione di uno schermo del computer;
- Si riscontrano difficoltà da parte di alcuni genitori che a causa delle scarse competenze informatiche non riescono efficacemente a supportare le attività dei figli;
- E ancora… emergono difficoltà da parte dei genitori nella gestione del tempo a casa, tra i vari impegni e i nuovi ritmi a cui il bambino deve ancora abituarsi; difficoltà nel creare in casa un ambiente di apprendimento adeguato, perché spesso per gli studenti la casa è solo un luogo di riposo e svago; difficoltà a far lavorare con regolarità lo studente, che necessita di essere spronato continuamente, richiedendo spesso l’intervento della famiglia.
Cercando di riassumere le difficoltà emerse, possiamo dire che in generale si riscontra una una difficoltà di partecipazione alla DAD da parte di quegli alunni che necessitano di più tempo per accettare i cambiamenti e hanno minore capacità e strumenti per adattarsi alle nuove circostanze in cui spazio-tempo-oggetti-relazioni sono stati alterati. E’ necessario quindi restare al fianco di questi studenti, aiutandoli a dare un senso a ciò che sta succedendo e a trovare nuovi punti di riferimento.
Tutto ciò premesso, si rende necessario per la scuola individuare alcuni strumenti operativi utili per affrontare le difficoltà emerse e proseguire con maggiore efficacia le attività di didattica a distanza avviate, con particolare riferimento agli alunni DVA, ma adottabili anche con gli altri studenti in situazione di fragilità. Tra le possibili strategie possiamo individuare le seguenti:
- mantenere un contatto costante con i genitori dell’alunno, monitorando l’evoluzione dei comportamenti che vengono manifestati a casa. In questa fase di lavoro a distanza la mediazione dei genitori diventa fondamentale ma, come abbiamo visto precedentemente, molti genitori non possiedono gli strumenti e le conoscenze necessarie per affiancare gli studenti e sostenerli in questa fase. Gli insegnanti possono allora aiutare i genitori spiegando loro i motivi e le difficoltà del bambino, favorire in loro una maggiore presa di consapevolezza, e soprattutto dare indicazioni pratiche per la gestione dello studente nella vita quotidiana. L’obiettivo è quello di abbassare il livello di stress a carico del sistema famiglia, e promuovere le capacità dei genitori di trovare una soluzione ai problemi di gestione dello studente.
- fornire allo studente il supporto emotivo-motivazionale necessario, valutabile dal docente stesso di caso in caso, per far sì che l’alunno si senta accolto nella”classe virtuale” e valorizzato per le sue capacità.
- organizzare attività laboratoriali “a distanza” che prevedono la partecipazione di bambini in piccolo gruppo (es. momenti di merenda, disegnare insieme, momenti di gioco e interazione-relazione).
- lavorare anche in modalità asincrona, ad esempio registrando le lezioni live e chiedendo ai genitori di farle vedere allo studente quando manifesta una maggiore attenzione.
- per bambini che non accettano di svolgere l’attività a distanza, non sono in grado di utilizzare la strumentazione o evidenziano altre problematiche è opportuno mantenere comunque rapporti con i genitori monitorando le attività che gli studenti svolgono a casa durante la giornata.
- chiedere ai genitori di condividere con l’insegnante le attività che il bambino/bambina svolge con loro a casa, caricando nell’aula virtuale i lavori svolti dallo studente (un disegno, una frase, ecc.).
- monitorare le esperienze dello studente non solo rispetto all’acquisizione di nuove conoscenze, ma soprattutto per la sua capacità di leggere e comprendere questa difficile fase di sospensione delle attività didattiche in presenza: come sta vivendo le esperienze di DAD? quali difficoltà incontra dal punto di vista cognitivo e motivazionale? quali risposte sta proponendo? La finalità educativa dei nostri interventi deve sempre essere il benessere e l’inclusione della persona, e in questo caso anche il benessere di tutto il sistema- famiglia, all’interno di un progetto di vita che sarà ripreso appena possibile;
- inziare la stesura di un diario di bordo, a cura del docente di sostegno, ove di volta in volta verranno annotati i comportamenti più significativi dello studente durante il periododi sospensione della didattica in presenza. Il diario è uno strumento di rilevazione di dati a basso grado di strutturazione, utilizzato principalmente nell’osservazione esperienziale. Nel diario si possono descrivere, in forma di narrazione libera, tutte le informazioni ritenute rilevanti per la comprensione dell’evento che si intende narrare – in questo caso per verificare l’efficacia degli interventi di DAD proposti e le eventuali criticità emerse-. Tenere il diario di bordo può essere un utile supporto alle attività di osservazione, documentazione, e, cosa più importante, è utile a conservare e a mantenere traccia di quanto sta accadendo nella situazione attuale. I docenti compilando il diario ( che potrebbe essere allegato al PEI al termine dell’anno scolastico) avranno a disposizione un materiale esperienziale sul quale ritornare a riflettere per una maggiore consapevolezza dei vissuti e delle esperienze mentali che hanno accompagnato gli studenti e le loro famiglie.
Si suggerisce di seguito una ipotesi di diario di bordo editabile.
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