Cari genitori, Cari nonni, cari tutori
Siamo gli insegnanti precari. Dopo avere vanamente tentato di parlare con la Ministra, con i partiti, con i sindacati ci rivolgiamo a voi che spesso ci conoscete come “quella che è arrivata quest’anno” o come “l’ennesimo maestro che dura finché dura”. Spesso entriamo nella vita dei vostri figli solo per un anno. Siamo, Precari, nostro malgrado, di passaggio.
A volte portiamo una ventata di novità, lavoriamo con i vostri ragazzi con metodi nuovi, sperimentando, immaginando nuove possibilità di studio e lavoro portando nella scuola la nostra esperienza professionale e di vita.
Facciamo lo stesso lavoro di un insegnante di ruolo. Coordiniamo le classi, accompagniamo gli studenti in gita, teniamo lezione, somministriamo verifiche, interroghiamo, valutiamo, ci prendiamo cura degli studenti soprattutto dei più fragili con la stessa passione impegno e professionalità dei colleghi di ruolo.
Lo Stato, infatti, ci consente di svolgere tutte le mansioni legate all’insegnamento, ma con minori diritti e con una paga inferiore. Siamo e restiamo docenti di serie B, personale “usa e getta”. Operai stagionali della scuola, che possono essere sfruttati a piacimento dal Ministero, indipendentemente dal nostro valore, dal nostro impegno, dalle nostre competenze. Siamo insegnanti precari, ma abbiamo le credenziali educare i vostri figli, per valutarli, promuoverli o bocciarli. Qualunque cosa facciamo non vale a qualificarci agli occhi dello Stato.
A breve, malgrado lo stato di emergenza nel quale ci troviamo, saremo finalmente chiamati a concorso. Un concorso da noi tutti desiderato perché ci permetterebbe, finalmente, di riacquistare un minimo di dignità di lavoratori . Ma, la ministra della Pubblica Istruzione, ha deciso che tutti gli anni di lavoro che abbiamo trascorso a scuola insieme ai vostri figli vale ZERO.
Il futuro della scuola che, in questo momento di grande incertezza, avrebbe bisogno di qualche notizia sicura e di un po’ di serenità in più che la continuità didattica nelle scuole potrebbero garantire, non è nei pensieri della politica che, invece, litiga su questioni di principio dimenticando che è dovere del Parlamento rappresentare le istanze del popolo e non i capricci personali di pochi. Il nostro futuro, di donne ed uomini adulti, con titoli di studio adeguati ad esercitare questa professione da noi tanto amata, con esperienza anche decennale di lavoro sul campo sarà deciso da 80 domande a risposta multipla (le famose crocette) in 80 minuti.
Ma che cosa dovremmo studiare? Ancora, a giugno, il programma non è chiaro. Dove? Non chiaro. Quando? Forse luglio, oppure agosto non si sa. Il nostro lavoro, le nostre vite, non meritano neanche risposte certe.
Le incertezze dei docenti precari sono le stesse che gravano su di voi, famiglie e studenti, che, ad una manciata di giorni dalla fine di questo disastroso anno scolastico, ancora non sapete che tipo di esame si farà, se gli studenti saranno respinti, promossi con o senza debito, come sarà valutato l’impegno DaD. La fatica che hanno fatto le famiglie per sostenere le pretese di efficienza dettate dal ministero non verrà presa in considerazione così come lo stress da adattamento, di studenti e docenti, a questa nuova ed imprevista condizione. Malgrado l’emergenza abbia reso drammaticamente evidente la necessità di stabilizzare il personale scolastico garantendo la continuità didattica, soprattutto nella previsione di un sistema misto presenza/DaD che sembra prospettarsi alla ripresa della scuola a settembre, la Ministra rimane sorda ad ogni appello alla ragionevolezza che oramai si leva da tutte le parti.
Noi non chiediamo di non fare il concorso, anche se questo è quello che viene millantato da alcuni esponenti della maggioranza di governo non in perfetta buona fede. Chiediamo di essere immessi in ruolo sulla base dei titoli già in nostro possesso, gli stessi che ci consentono di lavorare, dalle graduatorie già esistenti o in via di rinnovo, come precari sottopagati con diritti limitati. Chiediamo, inoltre, di sostenere un esame a conclusione del prossimo anno scolastico. In questo modo avremmo continuità didattica a settembre, una selezione più equa di una lotteria e maggiore serenità per lavorare con l’impegno che la situazione attuale richiede a noi tutti.
Coordinamento Nazionale Precari Scuola