Sono sei macro-settori e i sei corrispondenti obiettivi che il piano per la fase 3 della task force guidata da Vittorio Colao ha individuato per il rilancio dell’Italia: un volume che il “comitato di esperti in metaria economica e sociale” chiamati dal governo Conte ha definito come “Iniziative per il rilancio 2020-2022”.
• Le Imprese e il Lavoro, riconosciuti come motore della ripresa, da sostenere e facilitare per generare profonde innovazioni dei sistemi produttivi
• Le Infrastrutture e l’Ambiente, che devono diventare il volano del rilancio, grazie alla rapida attivazione di investimenti rilevanti per accelerare la velocità e la qualità della ripresa economica
• Il Turismo, l’Arte e la Cultura, che devono essere elevati a brand iconico dell’Italia, attraverso cui rafforzare sistematicamente l’immagine del Paese sia verso chi risiede in Italia, sia verso i cittadini di altri paesi
• La Pubblica Amministrazione, che deve trasformarsi in alleata di cittadini e imprese, per facilitare la creazione di lavoro e l’innovazione e migliorare la qualità di vita di tutte le persone
• L’Istruzione, la Ricerca e le Competenze, fattori chiave per lo sviluppo
• Gli Individui e le Famiglie, da porre al centro di una società equa e inclusiva, perché siano attori del cambiamento e partecipi dei processi di innovazione sociale.
Un capitolo è dedicato alla scuola, all’università e alla ricerca.
Il comitato sottolinea come il problema principale è legato alle profonde differenze di qualità fra livelli di istruzione, percorsi formativi e aree territoriali. Già a 15 anni i nostri studenti mostrano livelli di apprendimento sistematicamente inferiori a quelli della media dei Paesi OCSE. L’indagine PISA 2018 mostra che i divari tra gli studenti dei licei e quelli degli istituti professionali non solo sono estremamente ampi, ma si sono ulteriormente dilatati nell’ultimo triennio. In aggiunta, i divari territoriali sono molti profondi, con il Sud e le Isole che presentano livelli di competenze del tutto inadeguati. Queste differenze creano problemi di equità e rendono inefficienti misure di carattere generale.
Le azioni sono quattro:
– Aggiornare i raggruppamenti disciplinari e le classi di laurea favorendo l’interdisciplinarità della formazione e della ricerca
– Modificare il dottorato di ricerca in modo da renderlo conforme agli standard internazionali
– Semplificare alcuni aspetti della gestione dei fondi di ricerca competitivi
– Sviluppare un contratto nazionale dedicato per i ricercatori/docenti. Si propone anche di «creare un Fondo speciale per il “diritto alle competenze”, con l’obiettivo di contrastare il calo atteso delle immatricolazioni dovuto alla crisi sanitaria e incrementare il tasso di successo formativo e occupazionale degli studenti universitari.
Obiettivi da raggiungere con quattro azioni:
– Maggiore sostegno economico alle famiglie a medio-basso reddito
– Facilitazione dei percorsi di accesso alle risorse per il diritto allo studio universitario (bando unico nazionale e vincolo di erogazione anticipata delle borse)
– Sostegno alla residenzialità studentesca (ad es. voucher, riconversione di strutture alberghiere inutilizzate).