Home I lettori ci scrivono La Chiesa vada (a sue spese) negli oratori ad insegnare religione

La Chiesa vada (a sue spese) negli oratori ad insegnare religione

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Ho letto con attenzione l’articolo di Vincenzo Galdi sulla validità e opportunità dell’ora di religione a scuola e mi permetto di contestarla.

Nessuno mette in dubbio la storia, le radici morali e civili e l’arte che il Cristianesimo ci ha tramandato.
Quel che nel 2020 è inconcepibile è che in una scuola laica, di uno stato laico, ci sia ancora un IRC confessionale, e cioè l’Insegnamento della Religione Cattolica.
Galdi dice che non è ora di catechismo (cosa di cui in trent’anni di insegnamento nelle medie non mi ero accorto).
Ma finché gli insegnanti saranno scelti dalla Curia (e pagati da tutti noi cattolici o non cattolici) e insegneranno come da definizione la “Religione Cattolica”, saremo sempre uno Stato di serie B, confessionale.

Quest’anno abbiamo visto gli insegnanti di religione presenziare attivamente anche agli esami di licenza …

E’ vero che la maggior parte degli italiani si dichiarano cattolici (i praticanti sono molto meno della metà) ma questo non giustifica il fatto che la Chiesa Cattolica sfrutti la scuola pubblica e i suoi soldi per insegnare quello che dovrebbe insegnare nelle chiese o negli oratori, a proprie spese, come fanno le altre confessioni.
Se poi si vogliono insegnare i principi, i valori e l’arte che ci ha lasciato il Cristianesimo, lo facciano gli insegnanti di storia, lettere, artistica (o un insegnante a-confessionale scelto e accreditato dal MIUR).
Con tutto il rispetto per bravissimi colleghi insegnanti di IRC, questa è una questione di laicità della Scuola e di Costituzione.
Nuccio Cavone