Nel corso del Consiglio dei Ministri notturno iniziato nella serata di lunedì 6 è stato adottato il Piano nazionale delle riforme che prevede misure anche per la ricerca e per la scuola.
Stando al sintetico comunicato diramato al termine della riunione, il Governo avrebbe deciso di destinare a scuola e ricerca un ulteriore 0,4% di PIL nei prossimi tre.
La cifra corrisponde all’incirca a 6 miliardi euro, in pratica 2 miliardi all’anno.
Per ora, però, in mancanza di altri dettagli è difficile dire se si tratti di una somma significativa o meno.
Per esempio bisogna capire se nei 6 miliardi sono conteggiate anche le risorse per i contratti e se, per la scuola, ci sono i soldi per l’edilizia scolastica.
Per certo si sa che nei tre miliardi che più o meno saranno destinati alla scuola sono comprese le spese per la digitalizzazione e per la diffusione della banda ultralarga in tutto il territorio nazonale.
Bisogna poi anche tenere conto che negli ultimi DEF (Documento di economia e finanza) le spese per la scuola hanno sempre registrato una riduzione.
Quindi l’aumento approvato ora servirebbe di fatto a compensare le riduzioni degli ultimi anni.