Chiamatele sedie se volete, ma non chiamateli banchi, quelli che il Ministero dell’Istruzione si accinge ad acquistare, con 6 rotelle per essere facilmente spostate, un piano d’appoggio adatto per metterci tablet o computer, meno adatto per metterci libri cartacei e quaderni, e un microfono.
Si motiva l’acquisto asserendo che con queste sedie ergonomiche gli studenti si muoveranno più facilmente per comporre gruppi di apprendimento a secondo della necessità, quindi per svolgere una didattica diversa, e occuperanno meno spazio.
Il Ministero dell’Istruzione, comprando queste sedie innovative per le scuole, crede così di risolvere il problema dell’affollamento delle aule. Sembrerebbe l’uovo di Colombo!
Ma prima di avventurarsi su soluzioni nuoviste, senza voler passare per passatista perché sono fautore del superamento della lezione frontale e sono per una didattica alternativa, vorrei far riflettere il Ministro dell’Istruzione su due questioni:
- Essendo dirigente scolastico in un contesto a rischio, faccio notare che ho dovuto bandire le sedie a rotelle dai laboratori informatici perché gli alunni pericolosamente facevano a gara a chi si spostava più veloce, rischiando di travolgere un compagno o il malcapitato insegnante.
- Invece di spendere tanti mi milioni di euro per queste sedie che sicuramente potranno essere arredo della scuola del futuro, perché non li investiamo per mettere a posto le scuole “sgarrupate”, che sono senza certificazione di prevenzione incendi, di agibilità e staticità antisismica?
Le scuole hanno bisogno certamente di nuovi arredi, ma diamo priorità alla sicurezza degli edifici scolastici. Come ha detto un mio collega, non compriamo i mobili prima di aver ristrutturato la casa oppure – aggiungo io – non mettiamo i mobili in una casa senza tetto…
Eugenio Tipaldi