Arrivano dai territori gli accordi per l’individuazione dei locali aggiuntivi per accogliere gli alunni a settembre che il ministero dell’Istruzione sta annunciando da settimane: a sottoscriverne uno, con le direzioni didattiche, è stata la Curia di Milano per mettere a disposizione i propri spazi per il ritorno a scuola a settembre dopo l’emergenza Coronovirus.
La Curia di Milano ha detto sì
“La Curia di Milano ha pubblicato sul proprio sito una bozza di accordo con le varie direzioni didattiche per l’eventuale utilizzo degli spazi degli oratori – ha detto in commissione l’assessore all’Edilizia scolastica del Comune di Milano, Paolo Limonta – . Ringrazio la Curia perché ha accettato di mettere a disposizione gli spazi a titolo di comodato gratuito, non richiedendo affitto, ma richiedendo solo pulizia e sanificazione degli spazi come se fosse una scuola normale”.
La precedenza alle scuole cattoliche
Sul sito internet della Curia, si legge che da alcune settimane i vescovi lombardi hanno invitato le parrocchie a concedere i propri spazi alle scuole che, dovendo far rispettare le distanze interpersonali di sicurezza, necessitano nuovi spazi in questo periodo di emergenza legata alla pandemia di Covid-19.
L’indicazione della Diocesi è di dare priorità alle scuole paritarie cattoliche, senza escludere, in via subordinata, le scuole statali o comunali o altre paritarie.
L’ultima parola agli organi collegiali
Ovviamente, nel caso delle scuole statali, a dare l’assenso per inviare gli alunni negli oratori dovranno essere gli organi collegiali: una eventualità non così scontata, considerando anche che proprio nel milanese c’è un’altissima concentrazione di alunni stranieri che professano una religione non cattolica. Un dato di cui docenti, dirigenti scolastici e genitori dovranno mettere in conto. Anche se è chiaro che negli oratori si svolgeranno delle lezioni e non si farà di certo catechismo.
L’esigenza di individuare locali aggiuntivi, possibilmente già adibiti all’uso scolastico, deriva dalla necessità di rispettare il distanziamento preventivo imposto dal Comitato tecnico scientifico e successivamente dalle Linee Guida ministeriali che tanto hanno fatto discutere.
La possibilità delle paritarie pronte all’uso
Una delle possibilità “pronte all’uso”, perché già con destinazione scolastica, potrebbe essere quella di ospitare gli alunni in sovrannumero negli istituti paritari.
La proposta, caldeggiata anche da diversi esponenti politici all’opposizione, come l’on. Valentina Aprea (Forza Italia), non sembra però avere fatto breccia nel palazzo bianco di Viale Trastevere.
Solo qualche giorno fa, padre Franco Ciccimarra, presidente di Agidae, Associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica, ha dichiarato che “non c’è alcun accordo. Noi abbiamo dato la disponibilità ad accogliere gli alunni, ma attendiamo ancora la risposta. Siamo fermi ai buoni propositi e non ci sono disposizioni specifiche”.
Anche per le scuole paritarie, è chiaro che vi sarebbero da superare i vincoli creati dalla presenza di alunni stranieri che aderiscono a religioni non cattoliche.