“Quest’anno l’avvio della scuola è un disastro per via delle molte operazioni che si stanno accavallando, creando disorientamento tra i docenti”.
Ad affermarlo è Antonino Tindiglia, coordinatore regionale della Gilda, il quale denuncia le problematiche ancora irrisolte nel mondo della scuola, a distanza di poco più di un mese dalla riapertura. In particolare, il sindacalista lamenta come il sovrapporsi di numerosi adempimenti burocratici, tutti nello steso periodo, stia creando disagio ai lavoratori della scuola e ai sindacati che li assistono.
“In questi giorni- dice Tindiglia- gli uffici dei sindacati sono presi d’assalto da docenti alle prese con domande di partecipazione ai concorsi straordinari per l’abilitazione, concorsi straordinari per il ruolo, concorsi ordinari per il ruolo, rinnovo delle graduatorie di istituto ed inserimento nelle GPS, compilazione dei nuovi elenchi aggiuntivi, inserimento nelle call veloci, domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria, immissioni in ruolo da concorso e da GAE. Noi stiamo lavorando instancabilmente nelle sedi del sindacato per soddisfare le necessità dei colleghi”.
A quanto riferisce Tindiglia, nessuna risposta sarebbe pervenuta dal ministero sulle sorti del personale dichiarato “soggetto fragile”. “Sarà posto in quarantena- si chiede- sarà licenziato, sarà mandato in pensione?”.
La situazione della scuola è assai nebulosa, da vari punti di vista. In merito alla riapertura delle scuole, la Calabria si è allineata alle indicazioni del ministero sulla data del 14 settembre, ma un coro quasi unanime giunge da sindacati, presidi e amministratori locali, che chiedono di posticipare il rientro al primo ottobre.
Tra questi la Gilda degli insegnanti.
“Chiediamo – dice Nino Tindiglia – che si valuti la possibilità di iniziare le lezioni il primo ottobre, anziché il 14 settembre, consentendo, così, alle scuole di programmare il nuovo anno tra il primo ed il 30 di settembre, e, conseguentemente, ai docenti di poter fruire delle ferie nei periodi previsti dal CCNL”.
Neppure sulla didattica vi è chiarezza. Si parla di doppi turni, nel primo ciclo, e di didattica mista nel secondo ciclo, ma pure su questo aspetto c’è disomogeneità di vedute.
Secondo Tindiglia, il confronto che si sta tenendo in questo periodo tra l’amministrazione scolastica, i sindacati e gli enti locali “sembra un dialogo tra sordi”.
“Nel corso dell’incontro tenutosi all’Usr con il ministro Azzolina- dice Tindiglia– il Ministro si è soffermato a spiegare i provvedimenti adottati e ha ascoltato i suggerimenti dei partecipanti al tavolo regionale sulla riapertura dell’anno scolastico. Tutti hanno convenuto sulla necessità di riaprire le scuole in sicurezza e, perciò, sono state chieste maggiori risorse economiche, più personale docente ed Ata, più disponibilità di spazi dove poter accogliere gli allievi e svolgere le lezioni. Tuttavia il dialogo con gli Enti locali è inesistente. Da circa sei anni non veniamo convocati né dall’assessorato regionale alla pubblica istruzione, né dalla provincia”.
La FGU Gilda Unams ha manifestato al Ministro anche la necessità di maggiori risorse per il personale della scuola, rimarcando, in particolare, che il CCNL è scaduto da 2 anni.
Ha sostenuto, altresì, la non sostenibilità della riduzione dell’ora di lezione a 40 minuti, tenuto conto di tutte le incombenze a cui sono sottoposti i docenti (fare l’appello, compilare registri, spiegare, correggere i compiti, fare le esercitazioni). Si è manifestata perplessità sui nuovi modelli di banchi proposti e si è chiesto di valutare la possibilità di iniziare le lezioni il primo ottobre, anziché il 14 settembre, consentendo, così, alle scuole di programmare il nuovo anno tra il primo ed il 30 di settembre, e, conseguentemente, ai docenti di poter fruire delle ferie nei periodi previsti dal CCNL. La Dad, poi– osserva Tindiglia- proprio non funziona”.
Sulla didattica digitale, i sindacati sono scettici. Nei mesi scorsi tutte le scuole hanno dovuto gestire una difficilissima situazione, del tutto imprevedibile, bombardate da note ministeriali che si susseguivano a ripetizione, oltretutto non sempre coerenti tra loro, che hanno creato confusione, dato anche il vuoto normativo sulla didattica a distanza. Anche se, in molti casi, il vero problema è stato la mancanza strutturale di reti adeguate e di dispositivi sufficienti.
Gli stessi docenti hanno segnalato notevoli difficoltà, sia per fare lezione in videoconferenza, sia per svolgere le riunioni on line, a causa della lentezza delle reti, specialmente in certe zone della Calabria.
“Ritengo di fondamentale importanza per il prossimo anno scolastico- dice Lucio Ficara, dirigente regionale di FLC CGIL Calabria – normare per via contrattuale lo smart working del personale Ata e la Dad. Questo perché dovrà essere chiaro a tutti quali saranno i doveri e i diritti del personale. Si deve chiarire, attraverso un’integrazione del testo unico, quali siano le norme che regolano la didattica e quelle che regolano le attività funzionali all’insegnamento. Sono convinto che la strada della contrattazione collettiva nazionale sulla didattica a distanza sia importante per regolare la prestazione del servizio e garantire il diritto alla disconnessione”.
Secondo Francesco Talarico, presidente regionale di Dirigentiscuola, la Dad può essere solo una soluzione di emergenza, che, tra l’altro, può funzionare alle superiori, ma non al primo ciclo, dove i più piccoli non hanno sufficiente autonomia, hanno bisogno del contatto diretto con gli insegnanti e, in molti casi, non possono essere seguiti a casa. Nell’emergenza che abbiamo vissuto, quasi tutte le scuole sono state colte impreparate a gestire la didattica. I docenti hanno dovuto reinventarsi un modo nuovo di fare lezione, facendo tutto il possibile per coinvolgere gli alunni. Dal canto loro, i Ds hanno dovuto affrontare un’emergenza mai vissuta prima, sia in termini sanitari che di organizzazione del lavoro, didattico e amministrativo. Il problema è stato soprattutto che in alcune realtà, inizialmente, non tutte le famiglie avevano un’adeguata strumentazione informatica. Poi, nel corso dei mesi, grazie anche ai progetti finanziati dal ministero, come Smart Class, sono stati forniti device e tablet a tutti gli alunni. Il problema- dice Talarico- è rappresentato soprattutto dai deficit strutturali, come la mancanza di una rete idonea nei paesi interni. Nella provincia di Cosenza- dice- grazie al dialogo instauratosi tra dirigenti, Usr ed enti locali, stiamo cercando di evitare il ricorso alla Dad nel primo ciclo, e di limitarlo il più possibile nel secondo ciclo. ”.
Non mancano, tuttavia, le perplessità tra i dirigenti scolastici, sui quali- a parere di molti presidi- sono state “scaricate” troppe responsabilità, soprattutto in materia di sicurezza post Covid, in assenza di un chiaro quadro normativo di riferimento.
Talarico evidenzia, in particolare, “l’anomalia per cui vengono tollerate situazioni di sovraffollamento scolastico, consentendo il funzionamento di istituzioni fino a duemila alunni, ma poi si fa perdere l’autonomia alle scuole anche per poche unità mancanti. La normativa sul dimensionamento scolastico – dice – va rivista”.
Dirigentiscuola ha, dunque, chiesto al ministro Azzolina di intervenire “nell’assurda normativa con cui, illo tempore, si pensò di far quadrare i conti dello Stato a spese di un servizio essenziale, quale è quale è quello scolastico”.
Per affrontare le suddette tematiche, il ministero ha convocato, per giovedì 30 luglio, un tavolo di lavoro con i sindacati, al fine di concordare un protocollo di sicurezza per l’avvio del nuovo anno scolastico, a tutela di tutti, personale scolastico e studenti”.
Antonella Mongiardo