La responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza degli edifici scolastici è un tema su cui la Senatrice Sivia Vono di Italia viva si sta occupando da diverso tempo. Recentemente l’esponente politico è intervenuta presso il Convitto Nazionale Filangieri di Vibo Valentia durante un incontro organizzato dalla Cisl Scuola Calabria per illustrare il disegno di legge presentato dalla stessa e che presto verrà incardinato nella preposta Commissione (7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) Presieduta dal Senatore Riccardo Nencini, suo collega di gruppo al Senato (IV-PSI), in merito alla modifica del decreto legislativo n. 81 del 2008 nella parte in cui si fa riferimento alla responsabilità dei Dirigenti Scolastici inquadrati – si legge in una nota – “impropriamente” ed in maniera “indefinita” come datori di lavoro.
Dopo i saluti del Rettore del convitto, Prof. Alberto Capria, il Dirigente Scolastico avv. Giuseppe Policaro che da tempo segue l’argomento, ha coordinato l’iniziativa davanti ad una platea qualificata di DS molto attenta all’illustrazione della proposta della Senatrice che spesso ha evidenziato l’anomalia normativa che assegna ai DS la responsabilità della sicurezza pur non avendo possibilità di intervento sugli edifici di proprietà degli enti locali.
Il segretario generale della Cisl Scuola Calabria, Raffaele Vitale, si è detto molto soddisfatto dell’iniziativa ed ha strappato l’impegno alla Senatrice ad una prossima visita con l’aggiornamento dello stato dell’arte della proposta di modifica. Durante l’incontro è emerso come sia urgente e necessario e opportuno un intervento in materia. Una necessità come si apprende da una nota diramata a margine dell’incontro “dettata dal quadro generale relativo all’edilizia scolastica ed allo stato degli edifici, a più riprese descritto in diverse ricerche e rilevazioni, oltre che dalla constatazione che l’impianto normativo presenta incertezze ed opacità. A questi elementi occorre aggiungere le difficoltà evidenziate dagli enti proprietari degli edifici ad eseguire i necessari lavori di manutenzione, anche minuta ed ordinaria, e persino a fornire le certificazioni prescritte dalla norma.
Le proposte di modifiche al D.lgs in esame rispondono in particolare alla necessità di riordinare il quadro normativo, in primo luogo riconoscendo in tema di gestione della sicurezza degli edifici scolastici “le effettive particolari esigenze connesse al servizio espletato o le peculiarità organizzative”, la cui individuazione era demandata dal D.lgs. 81/2008 a specifici decreti interministeriali che, per il settore istruzione, non hanno mai visto luce. Vi è dunque urgenza a porre rimedio a questo vuoto regolamentare la cui evidenza è dimostrata anche a seguito di recenti sentenze della Corte di Cassazione che hanno sottolineato le difficoltà interpretative circa la ripartizione delle competenze in materia di sicurezza e tutela della salute negli ambienti scolastici, nonché dalla Grazia concessa da ultimo dal Presidente della Repubblica Mattarella al Dirigente Scolastico del Convitto dell’Aquila, per riparare al vulnus legislativo, ed intervenuta, all’evidenza, per ridare dignità ed onore, più in generale, alla particolare funzione pubblica, quella del Dirigente Scolastico, nell’accezione sancita nell’art. 54 della Costituzione.
Occorre sottolineare primariamente – prosegue la nota – che la corretta e chiara ripartizione delle responsabilità in materia di sicurezza negli edifici scolastici è condizione essenziale perché sia assicurato un sistema di prevenzione e di intervento che contribuisca a rendere sostanziale e non puramente formale la salvaguardia della salute e della sicurezza degli allievi e degli operatori scolastici”.
Non si è mancato di sottolineare infine che il sistema di ripartizione delle responsabilità debba evitare duplicazioni ed incertezze e collocarsi in un quadro chiaro, senza il quale, più che creare condizioni di prevenzione e di salvaguardia della sicurezza, si ottiene l’effetto di costruire un sistema sanzionatorio al cui rigore non corrispondono condizioni di sostenibilità e di reale efficacia.