Deutschland über alles? La Germania sopra tutto? Forse non è sempre così, almeno dal punto di vista della scuola, nonostante si tenti sempre di mettere questa grande nazione ai primi posti, compresa l’efficienza e la valentia dei suo alunni e insegnanti. Se infatti facciamo un raffronto tra il nostro sistema di istruzione e il loro, i docenti tedeschi surclassano i colleghi italiani solo dal punto di vista remunerativo, tant’è che lo stipendio annuo di un insegnate teutonico di scuola secondaria superiore, a parità di carriera, è di 45mila euro in contrasto sfacciato con l’italiano che si attesta intorno ai 27.500 euro. Se però ci spostiamo sulla quantità di lavoro svolta, nel senso delle ore e dei giorni che si trascorrono in classe, le cose cambiamo e notevolmente, perché su questo fronte siamo esattamente sulla stessa identica trincea.
Da un esame effettuato con oggettività di numeri, ma anche per verifica diretta di chi scrive, in una scuola secondaria di secondo grado, a fronte delle 22 ore settimanali di lezione di in docente tedesco, che svolge però ore di 45 minuti, con 5 minuti di intervello tra un’ora e l’altra con una grande pausa di 25 munti, corrispondono le 18 ore settimanali italiane ma di 60 minuti ciascuna e con intervalli che non vanno oltre i 10 munti complessivi. Ma non finisce qui. Sulle tanto decantate vacanze che sono state il cavallo di battaglia della destra (ricordiamo le campagna di Brunetta contro i professori fannulloni) per dimostrare che lo stipendio dei prof fosse più che adeguato, in pochi sanno che nella mitteleuropa le ferie scolastiche non sono concentrate nei mesi estivi come da noi, ma diluite nell’arco dell’anno, cosìcchè si va dal mese e mezzo dell’estate, alle tre settimane di Natale, all’una di Pasquale e alle due settimane di autunno, le Herbstferien quando si vendemmia e prima dei rigori invernali.
Questo il dato tecnico, ma in Germania però nessuno dice che i docenti lavorano poco o che lo stipendio che percepiscono è rubato con amenità di tale tipo; anzi hanno in grande considerazione sia il lavoro dei professori e sia il loro ruolo sociale, anche se il titolo di prof è dato solo ai docenti universitari.
Questo per quanto riguarda l’aspetto quantitativo.
Per quello invece qualitativo, non ha avuto grande clamore in Italia, ma in Germania ha destato allarme, il sondaggio svolto dalla Frei Universität di Berlino nel mesi di giugno con un campione di 7.400 alunni liceali. Per il 40% di loro i concetti di democrazia e dittatura si equivalgono, tanto che, dicono gli esperti, i liceali tedeschi non hanno quasi nessuna conoscenza politica e non hanno nessuna idea di concetti come libertà di parola o diritti umani. Non grave, si può dire, perché i ragazzi non hanno mai subito né vissuto dittature di varia natura, ma se la metà, sempre di questo ampio campione di liceali, non sa che Hitler era un dittatore e un terzo di loro pensa che sia stato addirittura un protettore dei diritti umani, allora vuol dire che qualcosa nei programmi tedeschi deve essere rivisto, come chiede a gran voce il Bundestag e il ministro dell’istruzione che però non sa che pesci pigliare.
Ma allora perché, si obietterà, nei sondaggi internazionali Ocse-Pisa gli alunni tedeschi sono molto meglio piazzati dei nostri? Qui la colpa sarebbe, dice qualcuno, di Giovanni Gentile che nel 1921 costruì un sistema di valutazione dei risultati degli alunni così robusto che fino ad oggi non è stato possibile diroccare; e infatti mentre nel resto del mondo si è passato ai test, ai quiz e alle risposte con crocetta o annerimento del bollino scannerizzati dal computer, da noi signoreggia il tema o il problema basato sul ragionamento e la riflessione, per cui in Germania gli alunni sanno dove dorme la lepre, con le possibili varianti e le vie di fuga acquattate tra i test, in Italia la si cerca coi teoremi euclidei e le varianti filosofiche-sofistiche e letterarie in attesa che esca dalla tana per calcolarne pure peso specifico e forza di allontanamento.
(L’articolo è apparso già su La Sicilia del 17/08/2012)