Il CCNI sul MOF 2020/21 decreta di fatto la morte del Comitato di valutazione o, per essere più precisi, la morte del “Comitato allargato” al quale la legge 107/2015 assegnava il compito di stabilire i criteri per la distribuzione del cosiddetto “bonus premiale” ai docenti.
Il nuovo assetto viene chiarito dalla Flc-Cgil con espressioni inequivocabili: “Il Contratto di scuola, contrariamente al comitato di valutazione, stabilisce criteri, stabilisce destinazione delle risorse del bonus ‘sommandole e mescolandole’ a tutte le altre del MOF, opera la ripartizione fra docenti e ATA”.
“Cosa rimane da fare al Comitato?” si chiede retoricamente il sindacato di Francesco Sinopoli.
La risposta è netta (e forse anche un po’ sarcastica): “Nulla di nulla. La razionalità contrattuale è stata ripristinata, le pretese premiali sono ormai dissolte. Il Comitato si riunirà con la sola componente docente e solo per la valutazione dell’anno di prova e per le richieste di riabilitazione a seguito di sanzioni disciplinari (articoli 440 e 501 del DLgs 297/94)”.
La Flc-Cgil coglie l’occasione per fare una accurata ricostruzione delle vicende normative e contrattuali legate al bonus a partire dalla legge che lo aveva istituito per passare attraverso il contratto nazionale 2016/18 che aveva “assestato i primi colpi” alla norma di legge stabilendo che le risorse del bonus venissero aggiunte tutte le altre destinate alla retribuzione accessoria.
Con la legge di bilancio per il 2020 è stato stabilito che le risorse stesse possano essere utilizzate anche per retribuire il personale ATA.
“Supremo e unico decisore in merito – sottolinea ancora la Flc-Cgil – è il contratto di Istituto”.
Il “colpo” finale e decisivo – spiega ancora il sindacato di Sinopoli – arriva però proprio dal CCNI sul MOF firmato a fine agosto.
Il Comitato di valutazione – osserva la Flc – non viene chiamato in causa, ma è del tutto evidente che esso è ormai “completamente fuori gioco”.
“Il Comitato – aggiunge ancora il sindacato – veniva interpellato per stabilire criteri validi solo per i docenti: nel momento in cui subentrano come beneficiari anche gli ATA, il Comitato cessa di operare anche perché dovrebbe prendersi una facoltà (suddividere i fondi fra docenti e ATA) che esso non ha: il suo statuto normativo è quello di occuparsi solo dei docenti e nel momento in cui subentra tale complicazione la sua ragion d’essere viene meno”.
“E – conclude la Flc, con tono visibilmente soddisfatto – se anche il Comitato si riunisce per stabilire, sulla base della somma stanziata, i criteri di assegnazione, potrebbe trovarsi ad aver fatto una operazione resa vana da ciò che stabilisce il contratto di scuola (che legittimamente può prevedere di non premiare il merito)”.
Ecco perché, almeno per quanto riguarda il bonus, il Comitato d valutazione non ha più nulla da dire e nulla da fare.
Resta tuttavia un piccolo problema: il Comitato nella nuova composizione (e cioè allargato a genitori, studenti e un esperto esterno nominato dall’USR) continua ad essere previsto dalle norme. Forse, per evitare contenziosi e ricorsi, non sarebbe male se il legislatore intervenisse in qualche modo.