Gli studenti che risultano positivi, alla data del 3 ottobre, sono 2.348, ovvero lo 0,037%; il personale non docente che risulta positivo è pari allo 0,079%, quindi 144 casi; il personale docente che risulta positivo è lo 0,059%, cioè 402 casi. Sono dati rassicuranti quelli sui contagi a scuola resi pubblici nella serata del 9 ottobre dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Si tratta di numeri attendibili, sostengono da Viale Trastevere, perché raccolti attraverso il monitoraggio realizzato con i dirigenti scolastici e confrontato con l’Istituto Superiore di Sanità.
La ministra Lucia Azzolina è tornata a ribadire che le scuole rappresentano dei luoghi in sicurezza e non di contagio.
Casi inevitabili: asintomatici sotto controllo
“Siamo convinti – ha detto – che la scuola sia un luogo più sicuro e più protetto di altri. Perché a scuola ci sono regole precise che studenti e studentesse stanno seguendo in maniera ordinata, grazie anche all’impegno di tutto il personale scolastico. Ce lo conferma il fatto che i ‘focolai scolastici’ classificati dall’Istituto Superiore di Sanità siano numericamente poco significativi”.
“I casi di positività al virus – ha continuato – ci sono e ci saranno, è inevitabile. Le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente, compresi i casi asintomatici che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo”.
Circoscrivere quarantene e occhio fuori scuola
La responsabile del M.I. ha quindi tenuto a dire che “ora dobbiamo fare il massimo sforzo per avere rapidità nei test e circoscrivere le quarantene, limitando così i disagi alle famiglie e garantendo a tutte le scuole una buona organizzazione della didattica. Resta fondamentale mantenere comportamenti responsabili. Per questo rinnovo il mio appello alla prudenza non solo dentro ma anche e soprattutto fuori da scuola”, ha concluso Azzolina.
E giusto fuori scuola cominciano a giungere le prime multe: a Sassari la polizia locale ne ha comminate decine a studenti che chiacchieravano senza mascherina accalcati davanti alla loro scuola o sulle panchine.
Il ministro Boccia: la scuola è necessaria
Sulla stessa lunghezza d’onda di Lucia Azzolina si è espresso il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia: parlando all’inaugurazione della 90esima Fiera Internazionale del Tartufo bianco, ad Alba, Boccia ha voluto sottolineare: “sappiamo che lavoro e scuola sono i due pilastri da difendere contro avanzata del Covid. Non voglio un altro lockdown”.
“Se siamo a 5 mila contagi e altri paesi a 15 mila, è per misure anti contagio e per attenzione alla mobilità. Quindi, massimo rigore, se sarà necessario stringeremo ancora di più i bulloni, fermandoci alle cose necessarie: scuola, lavoro, ospedali”, ha concluso Boccia.
Gli esperti la pensano come Azzolina
Anche gli scienziati sono d’accordo con i politici della maggioranza. “La chiusura della scuola è assolutamente da scongiurare”, ha detto anche Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute.
Anche Ranieri Guerra, dell’Oms, ha dichiarato che per la circolazione del virus preoccupano, più che le scuole, i trasporti pubblici e la movida.
“Le scuole resteranno aperte, com’è giusto che sia”, ha assicurato la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa.
“La scuola sta rispondendo in maniera forte, ma è importante mantenere tutta la ‘filiera’ fino a casa”, ha inoltre avvertito Silvio Brusaferro dell’Iss: l’Istituto ha tuttavia registrato, nel consueto monitoraggio settimanale, un lieve aumento dei focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico (il 2,5% di tutti i nuovi focolai).