I casi di positività al Covid-19 superano quota 10 mila, facendo così toccare il terzo record consecutivo. Per la scuola, comunque, la decisione del presidente della Campania Vincenzo De Luca di chiudere l’attività didattica in presenza per due settimane non sembra essere caldeggiata da altri governatori, nemmeno da quelli schierati all’opposizione politica. Valgono per tutte, le parole del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, il quale ha spiegato che le proposte elaborate saranno valutate dal Cts che si riunirà oggi e “il primo argomento è ridurre le persone sul trasporto pubblico locale” e quindi, legato a questo tema: largo, quindi, ad orari di entrata e uscita scaglionati, più didattica a distanza a turni. Disposizioni che varranno solo per le scuole superiori, mentre tutte le altre andranno avanti in presenza.
A scuola in orari diversi
“Tutti ritengono – ha detto Fontana – sia necessario chiedere che si proceda a una didattica a distanza non assoluta ma parziale, che ci sia una possibilità di avere un’alternanza di didattica a scuola e a casa”.
“Abbiamo chiesto che si cerchi di organizzare la distribuzione dell’inizio delle attività scolastiche, questo dovrebbe portare a una riduzione delle presenze trasporto pubblico”.
Secondo Fontana “i lombardi posso essere meno preoccupati, ma devono essere attenti alle misure altrimenti c’è il rischio che l’epidemia degeneri. Io sono meno preoccupato che a marzo”, ha concluso il governatore.
Boccia: De Luca si assuma le sue responsabilità
Intanto, la linea del Governo appare chiara: per il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, “su scuola e lavoro ci sono già protocolli condivisi che stanno funzionando bene ma se il presidente della Regione Campania ha deciso di emanare una sua ordinanza si assume la responsabilità degli effetti. Noi siamo sempre stati al fianco di tutte le Regioni con materiali, ventilatori e risorse”.
“Porrò ai ministri competenti – ha continua Boccia – la questione sulla richiesta dello scaglionamento degli orari degli ingressi a scuola per non sovraccaricare il Tpl”.
“È evidente che i territori non sono tutti uguali, è consigliabile per le Regioni non penalizzare i piccoli borghi o i piccoli centri che non hanno le stesse problematiche di alcune zone delle città metropolitane, assumendo decisioni unilaterali. Ascoltare i sindaci prima di decisioni importanti è fondamentale”.
“Scuole luoghi sicuri”
Anche Antonio Rinaudo, commissario coordinatore dell’Area Scuola dell’Unità di Crisi Piemonte, ritiene che “oggi la scuola è uno dei luoghi più sicuri perché vigono prescrizioni così rigide che pongono i frequentatori, studenti, docenti e personale, al sicuro”.
“Dal 20 settembre a ieri – ha detto presentando le nuove linee guida per la gestione dei casi Covid a scuola – abbiamo avuto 650 studenti positivi a fronte di 8.152 tamponi fatti. Significa circa l’8%, un dato che non è tale da giustificare al momento misure drastiche”.
“Sul totale dei positivi in Piemonte – ha aggiunto Rinaudo – dal 14 settembre all’11 ottobre i contagiati sotto i 24 anni sono stati il 27% mentre gli over 65 il 18%, un dato dunque che si è invertito rispetto al periodo precedente e che ha rilevanza per quel che riguarda i ricoveri”.
Quanto ai test rapidi per le scuole, Rinaudo ha sottolineato che dovrebbero essere disponibili a giorni, forse la prossima settimana.
In Piemonte possibili lockdown limitati
Intanto, sempre in Piemonte non sono esclusi lockdown limitati qualora la situazione epidemiologica dovesse peggiorare.
Lo ha detto Bartolomeo Griglio, responsabile del dipartimento prevenzione dell’assessorato alla Sanità Regione Piemonte, presentando le nuove linee guida per la gestione dei contagi a scuola: “Non c’è ancora nulla di definito, ma dobbiamo essere pronti e stiamo definendo le priorità”.
“Stiamo mettendo in piedi un panel di misure, che serviranno per fare i famosi lockdown limitati, cercando di salvaguardare le attività produttive e le scuole”.
Le regioni dove il Covid avanza di più
Infine, va rilevato che in Valle d’Aosta (0.21%), Campania (0,20%), Liguria (0,19%), Toscana (0,19%), Sardegna (0,18%) e Lazio (0,18%) oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con una media nazionale pari a 0,14% (in aumento rispetto ai dati del 6/10). Ad evidenziarlo è il Report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dell’Università Cattolica (Altems).
Nell’ultimo mese, la prevalenza nei 30 giorni è più che raddoppiata. La differenza più significativa riguarda la Liguria, la provincia di Trento e la Campania. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è incrementato notevolmente passando da 80,87 (nel periodo 15 agosto – 13 settembre) a 192,37 (nel periodo 14 settembre – 13 ottobre).