Il premier Giuseppe Conte, intervenuto alla festa de Il Foglio, parla della situazione difficile che l’Italia sta affrontando con l’aumento costante di nuovi casi di covid. E parla anche delle prospettive per quanto riguarda la scuola.
“La curva sta subendo una impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza – ha spiegato Conte -, alcuni presidenti di regione lo hanno fatto, non è il nostro obiettivo, noi continuiamo a difendere fino alla fine la didattica in presenza“, ha detto il presidente del Consiglio.
Tuttavia Conte avverte: “Dobbiamo mantenerci vigili per seguire e assicurare la tutela della salute de tessuto economico“.
Il Governo pensa a nuove misure
In mattinata la riunione a cui partecipa lo stesso premier Giuseppe Conte, insieme ai capidelegazione di maggioranza, il ministro Francesco Boccia, il sottosegretario Riccardo Fraccaro e il Cts sul tema Coronavirus.
Alle 18 prevista un’altra riunione urgente fra Governo e Comitato Tecnico Scientifico, per valutare i prossimi passi che potrebbe vedere chiusure territoriali e, per il momento, non totali.
Dopo il primo incontro di ieri, 30 ottobre, è necessario approfondire sulle prossime mosse per combattere il covid, che anche oggi ha superato oltre 31 mila nuovi contagi.
Nuove mosse che però vedono al momento alcune spaccature all’interno del Governo, fra chi, come Azzolina, vuole tentare il tutto per tutto prima di chiudere le scuole, e chi invece avanza ipotesi maggiormente restrittive.
Al momento, come ha accennato lo stesso Giuseppe Conte nel suo intervento, sono le singole Regioni che stanno prendendo autonome decisioni, con ordinanze più o meno restrittive (Covid scuola, le ordinanze regionali [AGGIORNATO]) Con questa tendenza a “scaricare” le decisioni importanti sulla scuola (almeno per il momento) ai Governatori, si riaffaccia il dibattito sull’autonomia differenziata.