Gentile Redazione di Tecnica della Scuola,
Sono una giovane docente che ha svolto la scorsa settimana la prova per il Concorso Straordinario. È stata una prova molto difficile, comprensiva di Uda e Percorsi didattici, cui aggiungere un brano di inglese, ostico per chi non è molto pratico con la lingua anglosassone; il tutto in 150 minuti.
Nonostante le difficoltà logistiche conseguenti alle note limitazioni nazionali, ho svolto la mia prova, senza lamentarmi in continuazione come stanno facendo molti colleghi. Vorrei soffermarmi proprio su questo punto: è giusto e doveroso che il concorso si concluda, come è giusto ottenere delle prove suppletive. Qualora la procedura si interrompesse, si creerebbe una forte disparità tra chi il concorso l’ha svolto (affrontando tutte le difficoltà immaginabili) e chi sta facendo di tutto per ostacolarlo.
Sì, perché la verità è che la stragrande maggioranza dei colleghi preme per il rinvio solo per ottenere una squallida “sanatoria” ed entrare in ruolo senza prove; in modo da premiare senza sforzo colleghi che in 10 anni non hanno mai superato una selezione, alla faccia dei molti giovani che stanno svolgendo le prove con dovere ed impegno.
Per le ragioni sopra evidenziate, io ed altri colleghi siamo pronti ad impugnare presso il Consiglio di Stato qualsiasi ordinanza pregiudichi il completo espletamento della procedura concorsuale.
Silvia Mari