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Appello per il ritiro del Ddl 953 (ex Aprea)

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Parte dalla Associazione non uno di meno presieduta da Sandro Barzaghi, già assessore all’istruzione della provincia di Milano, un appello per il ritiro del disegno di legge n. 953 sulle norme per l’autogoverno delle scuole.
L’appello si apre con un riferimento impreciso in quanto dà per già approvato dalla Commissione Cultura il DdlL 953 e anzi lo considera persino trasmesso al Senato.
“Con questo appello – scrivono i firmatari – si chiede a gran voce il ritiro del disegno di legge n. 953 affinché si possa dar vita ad una consultazione calma e riflettuta nelle scuole, che darebbe il primo segnale di un cambio di passo nel modo di prendere le decisioni”.
Ma quali sono, secondo l’Associazione di Barzaghi, gli “errori” del DdL?
Innanzitutto il provvedimento porterebbe alla
“frantumazione della struttura del sistema scolastico nazionale come conseguenza dell’introduzione di singoli statuti deliberati autonomamente da ciascuna scuola senza precisi principi di riferimento ad una cornice regolamentare unitaria”.
Secondo l’Associazione ci sarebbe addirittura il rischio di passare dall’autonomia all’anarchia scolastica.
Senza trascurare il fatto che ne verrebbe fortemete limitata la normale dialettica democratica interna ai singoli istituti scolastici “attraverso l’attribuzione di un’eccessiva delega di poteri ai dirigenti scolastici”.
Anche l’ingresso di soggetti privati (peraltro molto contenuto, secondo l’ultima versione) sarebbe forieri di danni irreparabili in quanto darebbe avvio ad un “processo di privatizzazione del sistema statale dell’istruzione che snaturerebbe i compiti istituzionali della Scuola della Costituzione”.
Il provvedimento, infine, comporterebbe anche “la definitiva validazione di un sistema di valutazione, a ragione contestato ed annualmente messo in discussione dai collegi docenti in quanto basato esclusivamente su test d’apprendimento senza alcun riferimento alle variabili socio-economiche in cui i singoli istituti operano”.
Una curiosità: l’appello è stato sottoscritto anche dall’onorevole Pierfelice Zazzera (Idv), vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, che evidentemente non è al corrente che il ddl non ha ancora concluso il percorso in commissione e che non è ancora stato trasmesso al Senato.