Infatti sarebbe colpa di questo sistema se “in Italia ancora pochi studenti scelgano percorsi tecnici e scientifici, facciamo orientamento troppo tardi, ed è troppo formale e poco incisivo”
In attesa che anche questo vulnus venga risata dalla sua amministrazione, ha continuato dicendo: “Dobbiamo anticipare l’orientamento almeno di un anno, creare relazione coi compagni più grandi già avviati ai loro percorsi, triangolare anche con operatori del lavoro e istituzioni. E’ importante pubblicizzare di più i dati sui posti di lavoro che rimangono inoccupati e sui settori in cui domanda e offerta non si incontrano”. Per quanto riguarda poi la scelta delle scuole superiori, ha precisato: “Per la prima volta quest’anno c’è stata un’inversione di tendenza: la quota di studenti iscritti alle superiori nei corsi tecnici e professionali è 52% contro il 48% di studenti iscritti ai licei. Qualche anno fa il rapporto era 60% liceo e 40% a istituti tecnici e professionali, mentre in Paesi con economie simili alla nostra come la Germania il rapporto è inverso: 40% licei, 60% ai tecnici e professionali”.