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Legge Stabilità, i docenti si sentono beffati: ora spuntano 223 milioni per le scuole private

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Per i docenti della scuola pubblica la Legge di Stabilità si sta rivelando dannosa e  beffarda: dopo aver incassato la notizia delle sei ore da aggiungere in orario settimanale per coprire supplenze, rigorosamente a costo zero, nelle ultime ore sta prendendo corpo la notizia di una cospicua somma, si parla di 223 milioni di euro, che il Governo avrebbe intenzione di destinare al finanziamento delle scuole private.
Anche se la somma è in linea con quella degli anni scorsi, lo collocazione del suo stanziamento all’interno dello stesso provvedimento che costringe centinaia di migliaia di docenti, in servizio nelle medie e superiori, a fare gli straordinari a costo zero, si poteva francamente evitare.
Le due decisioni in antitesi, non sono sfuggite nemmeno negli ambienti politici. “Stiamo andando nella direzione sbagliata – ha detto il deputato Fli, Fabio Granata – : tagli alla scuola pubblica per circa 700 milioni di euro e stanziamento di ben 223 milioni di euro per gli istituti privati che sono un vero e proprio schiaffo per quelli pubblici”.
“Ci sono istituti pubblici – ha aggiunto Granata – che non solo non riescono a migliora la didattica, attraverso la creazione di laboratori e l`utilizzo di figure specializzate, ma non hanno soldi neanche per acquistare carta, gesso e detersivi per la pulizia”.
Per il deputato Fli, fortemente critico nei giorni scorsi anche sull’innalzamento a 24 ore settimanali d’insegnamento obbligatorio, non ci sono dubbi: la priorità deve essere data all’istruzione pubblica. “Se è vero che ogni scuola, a prescindere dal suo essere pubblica o privata, è il luogo dove si costruisce il futuro del Paese, è altrettanto vero e opportuno privilegiare e sostenere quelle realtà che oggettivamente vivono una situazione di difficoltà delle quali lo Stato è responsabile. Il governo investi di più nella scuola pubblica e lasci che i privati vadano avanti senza ulteriori aiuti, visto che già richiedono rette onerose per ammettere gli studenti ai corsi”, ha concluso Granata.
La diatriba sui finanziamenti pubblico-privato non è nuova. Anzi. Ma dopo gli ultimi accadimenti diventerà sicuramente ancora più accesa.