Antonio Deiara, docente di educazione musicale di Sassari, ha coniato una nuova espressione, la “sindrome della rondine” per definire l’atteggiamento irrispettoso e qualche volta anche violento dei genitori nei confronti dei docenti.
Nell’ambito della rubrica “La vostra opinione conta” ne spiega il motivo: “Che bella immagine quella della rondine, china sul becco dei suoi rondinini per nutrirli col cibo da lei preparato amorevolmente”.
“Lo stesso Giovanni Pascoli – continua Deiara – utilizza l’immagine della rondine caduta tra spini per narrare la sua tragedia familiare. I tempi cambiano e oggi la cura dei piccoli, nella modalità che potremmo chiamare “Sindrome rondine”, si è materializzata nelle aule scolastiche travolgendo i buoni percorsi educativi e didattici. Mamme-rondine, pronte a straziare ferocemente il “nemico-insegnante” col loro becco possente, supervisionano ignorantemente il lavoro dei docenti e intervengono a sproposito in modo saccente e aggressivo“.
Come mai si è venuta a creare questa situazione? Il professore sassarese sostiene che “ciò che diceva una volta il maestro era sacro, oggi esistono i laureati di ‘Google’, di ‘Wikipedia’ e poi la certezza di essere promossi comunque e di rimanere impuniti“.
Ma come fare per ridare prestigio agli insegnanti? Deiara una soluzione ce l’ha: far sì che il comportamento degli studenti incida sul risultato finale e poi, aumentare il numero a 36 le ore settimanali degli insegnanti, invariando l’orario di cattedra, cosicché non si possa più dire che i docenti sono dei fannulloni e che hanno tre mesi di ferie.
“Naturalmente lo stipendio – conclude Deiara – sarà a livello europeo“.