Il sottosegretario all’Istruzione irlandese Simon Harris ha di recente annunciato che sarà l’Irlanda del Sud a pagare agli studenti del nord Irlanda la partecipazione al Programma Erasmus plus, all’indomani della decisione presa dal governo britannico di annullare qualsiasi accordo tra Gran Bretagna ed Europa a proposito dei finanziamenti per la mobilità. In termini di costi si parla di oltre 2 milioni di euro all’anno, ma questo non fermerà la Repubblica irlandese, che nelle parole del sottosegretario, considera la spesa un esempio pratico della volontà di continuare a collaborare con l’Irlanda del Nord; è un investimento non una spesa e il programma, ha sottolineato Harris, durerà finché gli studenti lo chiederanno. Ha inoltre aggiunto Harris durante un’intervista televisiva alla rete pubblica Rté, l’isola deve restare unita anche da questo punto di vista.
Sono questi gli ultimi aggiornamenti in merito alla questione Brexit – Erasmus, che alla Vigilia di Natale ha determinato l’esclusione del Regno Unito dal notissimo programma di mobilità europeo Erasmus plus, che ha visto per il prossimo ciclo il budget aumentare a oltre 30 miliardi di euro (27 miliardi di sterline).
Studenti irlandesi
Se dunque studenti e studentesse britannici non potranno più accedere al Programma, i nordirlandesi dovranno ringraziare il governo dell’Irlanda del Sud, grazie al suo impegno, infatti, gli studenti universitari da Belfast e da tutto il paese, che nello scorso anno sono stati oltre 600 a partecipare all’Erasmus, accederanno ancora alle mobilità. La Repubblica di Irlanda, che è uno dei Paesi che ha partecipato alla creazione del programma di scambi europei, ha di recente allargato a lavori e tirocini gli scambi, spendendo oltre 4 milioni di euro, sia per mandare che ricevere studenti universitari in tutta l’Europa. Non è ancora stato chiarito se l’Irlanda del Nord, che potrà quindi mandare i suoi ragazzi in UE, potrà ricevere anche studenti europei nonostante il sostegno finanziario dell’Irlanda.
Come è noto, è stato annunciato che da gennaio 2021, il governo britannico comincerà a valutare i numerosi aspetti pratici per lanciare un nuovo programma nazionale, intitolato al matematico Alan Turing, all’interno del quale si intende trasferire la possibilità per gli studenti del Regno Unito di partecipare ad altre occasioni di mobilità; ad oggi le notizie sono ancora poco dettagliate, per esempio sembra non sarà possibile accedere al programma Turing per studenti in ingresso, e agevolerà probabilmente solo i britannici in uscita. E ugualmente poco chiaro dall’intervista ad Harris, se per esempio gli studenti nordirlandesi dovranno ancora affrontare le nuove norme sull’immigrazione che consentono di soggiornare in un paese dell’UE solo per 90 giorni su 180 senza visto oppure no.
Tempi duri quindi per i tanti studenti universitari, tra cui moltissimi italiani che da anni hanno eletto la Gran Bretagna come luogo di destinazione per le mobilità finanziate da Erasmus plus, la quarta meta dopo Francia, Spagna e Germania.