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Covid, il virologo Pregliasco: terza ondata sicura con peggioramento a metà mese, occhio a riaprire le scuole

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I dati nazionali sui contagi da Covid-19 continuano a non fornire indicazioni univoche. Anche per questo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università statale di Milano, non sembra molto convinto sulla riapertura delle scuole superiori il prossimo 7 gennaio: parlando ai microfoni di Radio Crc Targato Italia, durante la trasmissione Barba&Capelli, Pregliasco ha detto che “la scuola, in via indiretta, facilita i contatti”, poiché per raggiungere gli istituti si vanno a determinare inevitabili assembramenti.

A scuola pochi alunni e scaglionati

Quindi, “alla luce degli ultimi dati la cautela è necessaria e serve una diminuzione degli ingressi, che vanno rigorosamente scaglionati”. Anche perché, ha sottolineato, il virologo “la terza ondata” di Covid “è una certezza. L’Istituto Superiore di Sanità valuterà l’andamento dei contagi nella prossima settimana, il peggioramento potrà avvenire a metà mese”.

Il virologo non parla di percentuali, ma fa intendere che prima di passare dal 50% al 75% degli allievi bisognerà pensarci bene.

Il vaccino prima di tutto

“Siamo animali sociali – ha sottolineato Pregliasco – ma è necessaria la responsabilità personale”. Tanto più che, con i numeri attuali “il tracciamento dei casi non è più possibile” da adottare.

Secondo l’esperto, quindi, quello che serve è “una veloce campagna vaccinale in breve tempo”.

Contagi in discesa, ma…

Pregliasco ha anche detto che l’Italia, divisa in zone colorate – gialle, arancioni e rosse – “ha funzionato a piegare la curva, ma in questi ultimi giorni c’è stato un rallentamento della discesa”.

“Stiamo mitigando la malattia, riducendo la velocità di contagio, ma – ha sottolineato l’epidemiologo – non riusciamo a controllarla”.

I grandi centri sorvegliati speciali

Rispetto al fatto che una regione come la Campania sia tra le regioni con il tasso di mortalità più basso per Covid, ma registri ancora numeri alti di positivi al giorno, Pregliasco ha tenuto a dire che “i contagi dipendono da variazioni legate alla densità abitativa, ai contesti, alla demografia: il capoluogo è sempre più pericoloso dei comuni piccoli e mal collegati”, ha concluso.

Quindi il problema della gestione scolastica nei grandi centri – come Roma, Milano, Napoli e Palermo – viene confermato anche dagli scienziati.