Da lunedì 18 gennaio la Lombardia potrebbe riaprire le scuole, ma solo se non verrà dichiarata zona rossa per via del diffondersi della pandemia.
La decisione arriva per effetto della sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del comitato “A scuola” e che ha sospeso l’ordinanza emessa dal governatore Fontana che prevedeva la Dad al 100% fino al 24 gennaio.
Le agenzie, nel rilanciare la notizia, precisano pure che il governatore ha convocato il prefetto e la neo vicepresidente e assessora regionale al Welfare, Letizia Moratti.
In modo particolare, sono stati chiesti al prefetto alcuni chiarimenti tecnici sui tempi, oltre a ribadire la loro intenzione di attuare la sentenza del Tar.
Tra i temi discussi anche quello della riapertura in sicurezza, compreso il trasporto pubblico e i servizi legati alla vigilanza sui possibili assembramenti che si potrebbero creare all’entrata o all’uscita dalle scuole.
Tuttavia rimane appeso un dubbio, relativamente a questa nuova decisione, e cioè se il contagio è anche lui soggetto alla Legge, e dunque alla sentenza del Tar, oppure, essendo un fenomeno, seppure terribile, della natura, ha leggi proprie.
Infatti, se è possibile riaprire le scuole, lo si doveva fare a prescindere dal Tar e dal ricorso, perché la scuola e l’istruzione sono cose serie; se invece non si può fare, perché il rischio è grave e perché la salute è una cosa seria, alla decisione del Tar si doveva opporre la giusta ragione della chiusura delle scuole adattata dalla Regione.