Home Didattica Anche Averroè scatena le polemiche. E la ds: “Attività bilingue normale”

Anche Averroè scatena le polemiche. E la ds: “Attività bilingue normale”

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Come spesso accade, quando in una scuola si procede con qualche progetto didattico che riguarda il mondo islamico, salta immediatamente agli occhi l’ira di qualcuno e la polemica dilaga. Una cosa simile è successa in un Istituto comprensivo in provincia di Perugia dove è stato avviato un progetto di lettura di un libro bilingue arabo-italiano.

Secondo quanto siamo riusciti a ricostruire, la preside ha  avviato il progetto, in una quinta dell’istruzione primaria, postando regolarmente anche le foto sui social, nel quale sottolineava pure come la lettura di un libro bilingue in arabo sia “uno strumento per creare un ponte immaginario tra culture differenti e conoscere nuove lingue. Leggendo superiamo ogni distanza”. 

Tutto normale? Niente affatto. 

Dopo che la mamma di un alunno ha tenuto la sua prima lezione nella classe quinta dell’istituto, sembra il 20 gennaio scorso, sono scattate immediate le forti reazioni polemiche della Lega, con interventi di tre tra le massime espressioni politiche leghiste del territorio: “Riteniamo doveroso che la scuola relazioni in merito a quanto accaduto. Sembra, infatti, che la donna non sia in possesso di alcuna abilitazione all’insegnamento, e se ciò trovasse conferma, sarebbe alquanto grave, per di più in un momento di emergenza sanitaria. Vorremmo inoltre sapere se i genitori degli alunni siano stati avvertiti anticipatamente di questa lezione. La formazione degli studenti è una cosa seria e ci sono programmi ministeriali da rispettare:ci chiediamo a cosa possa servire imparare la lingua araba”.

“Non siamo a denigrare una cultura diversa dalla nostra–hanno continuato gli esponenti della Lega – ma ci risulta difficile giustificare l’accaduto: sarebbe stato comprensibile se l’iniziativa fosse stata riservata a studenti universitari con un percorso preciso ma non è questo il caso. L’integrazione tra culture diverse può arricchire i ragazzi anche se tutti non sono del nostro parere, visto che in Italia abbiamo dovuto togliere crocifissi dalle aule poiché ritenuti offensivi per i non cattolici. Fare chiarezza su quanto accaduto all’Istituto Franchetti è doverosoper tutta la cittadinanza”.

Immediata la controreplica di un consigliere regionale del Pd: “A poche ore dalla riapertura degli Istituti d’istruzione secondaria in Umbria, annunciata per lunedì 25 gennaio, mentre il mondo della scuola è ancora in attesa di sapere ufficialmente cosa succederà lunedì dalla Presidente della Regione, Tesei, importanti esponenti della Lega non trovano di meglio che intervenire, a mezzo stampa, prendendosela con una scuola elementare rea di aver promosso nell’ambito del progetto scolastico ‘Leggendo superiamo ogni distanza’ la lettura di un libro bilingue in arabo”. 

E la  dirigente della scuola, di fronte a tanto inatteso polverone, non ha potuto fare altro che difendere la scelta della sua scuola: “Sono sorpresa dei toni concitati nella nota della Lega. Si tratta di un evento piuttosto consueto nelle scuole italiane quello di far partecipare i genitori di culture altre alla progettualità dell’istituto, nell’ottica dell’integrazione e del rispetto reciproco. Anche negli anni passati sono stati invitati nelle scuole genitori stranieri che hanno letto fiabe o raccontato episodi della loro vita in seno a progetti interculturali e ciò non ha mai destato sorpresa”. 

In particolare, ha precisato la dirigente, “la mamma di un alunno della quinta classe, alla presenza delle insegnanti” ha letto ad alta voce “alcuni passi di un libro bilingue presente nella biblioteca del plesso sul grande filosofo Averroè al fine di far avvicinare i bambini alla ricchezza culturale che proviene da altri paesi e stimolare la loro curiosità verso lo studio delle lingue”. Dunque, ha ancora precisato la dirigente: “non si è trattato dell’insegnamento curriculare della lingua araba”, ma, aggiungiamo noi, della lettura di un passo di un grande filosofo, giurista, medico e astronomo arabo di Spagna, di nome  Abū l- Walīd Muḥammad ibn Rushd che ha pure permesso all’Occidente europeo di venire a conoscenza di Aristotele, avendo, tra a le numerosissime opere, composto pure i Commentari ad Aristotele.  Tre la sue tesi l’indipendenza delle verità di ragione da quelle di fede, l’eternità della materia e del mondo, la negazione dell’immortalità dell’anima individuale. Già, Averroè: chi era costui?