Sono pochissime le scuole che hanno approvato un Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera Alias per studenti e studentesse in transizione di genere, al fine di creare inclusione ed evitare il disagio psicologico. Ma per evitare pure che tra queste persone in transizione il tasso di abbandono della scuola cresca, visto che è tre volte superiore.
A questo proposito è riportata dal Messaggero l’esperienza del Liceo Artistico di Latina che è tra le pochissime scuola ad attuare il regolamento per arginare innanzitutto, come spiega la psicologa, “il bullismo che subiscono, ma anche non sentirsi se stessi, mentre nell’età adolescenziale subentrano altri fattori, soprattutto psicologici, che sfociano in depressione o atti di autolesionismo”, cosicché “l’adozione di questo regolamento permette di avere delle linee guida da seguire in modo specifico”.
Ma può creare disagio anche sentirsi chiamare col proprio nome anagrafico, perché, chi è nella fase di transizione, “in quel nome al maschile o al femminile spesso non si identifica”.
Per una reale inclusione, tra i regolamenti, applicati in base a criteri ben precisi, c’è il coinvolgimento delle famiglie di chi è in transizione di genere che “deve aver iniziato o un percorso psicologico o anche quello ormonale. Gli studenti che non rientrano ancora in questa fase possono comunque fare riferimento allo sportello di aiuto psicologico della scuola”.
Il dato significativo però riguarda la maggiore consapevolezza di chi sente in questa fase di transizione: “Nel 2019 -spiega la psicologa- abbiamo seguito altri 50 minori e l’incremento è di circa il 7%, significa che finalmente i tempi stanno cambiando e che l’idea che non esistano più solo i due binari predefiniti di sessualità sta decadendo. La strada è ancora lunga, ma gli adolescenti sono i portavoce di un cambiamento in atto che già diversi paesi nel mondo hanno accettato”.