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Ricerca Invalsi-Fondazione Agnelli sulle competenze dei docenti contestata dalla Flc-Cgil. La replica di Gavosto.

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Duro commento della Flc-Cgil a proposito di una ricerca condotta dalla Fondazione Agnelli e dall’Invalsi sulle competenze pedagogiche e didattiche dei docenti delle scuole del primo ciclo.
Della ricerca abbiamo già parlato in un precedente articolo.

Le critiche, sostiene il sindacato di Francesco Sinopoli, riguardano sia il metodo sia il merito della ricerca.
Quanto al metodo la Flc afferma che la Fondazione Agnelli “ha anticipato i dati di una ricerca condotta dall’Invalsi (in collaborazione con la Fondazione Agnelli, e non viceversa!) di cui non è stato ancora pubblicato il report finale, dunque ancora in attesa di validazione scientifica”.

Riguardo al merito la critica è pesante: “La definizione di graduatorie da cui si generano giudizi che contrappongono i docenti della primaria a quelli della secondaria di I grado è semplicistica e scorretta. Assistiamo ancora una volta alla strumentalizzazione di alcuni dati utilizzati per semplificare, se non per umiliare, non solo il lavoro dei ricercatori che li hanno raccolti ed elaborati, ma soprattutto il lavoro degli insegnanti”.

La replica del direttore della Fondazione

Da noi sentito, il direttore della Fondazione Agnelli replica in modo puntuale alle critiche del sindacato: “Intanto va detto che la nostra ricerca non prevede nessuna graduatoria, quanto ai risultati che abbiamo presentato è bene chiarire che, ovviamente, sono già stati validati dall’Invalsi con cui peraltro abbiamo anche concordato il nostro comunicato”.

“In merito ai risultati – aggiunge Gavosto – non abbiamo fatto nessuna forzatura, il dato che emerge dalla ricerca è allarmante ed evidenzia che sono assolutamente urgenti investimenti significativi nella formazione dei docenti. Devo dire anzi che mi stupisco che la Flc non condivida questo obiettivo che penso sia assolutamente prioritario”

La ricerca

La ricerca condotta dall’Invalsi e dalla Fondazione Agnelli ha portato a osservare direttamente nelle classi il lavoro didattico quotidiano di un campione rappresentativo di oltre 1600 insegnanti di italiano e matematica (di ruolo e supplenti annuali) nelle scuole primarie e medie di 207 istituti comprensivi in tutto il Paese ed “ha evidenziato – spiega la Fondazione – che una percentuale del 25-30% riesce a offrire in modo assai efficace alle proprie classi spiegazioni strutturate e strutturate proposte di attività, favorendo gli apprendimenti, l’elaborazione attiva e consapevole dei saperi, l’autonomia. Tuttavia, ciò ancora non basta, perché a dispetto di una retorica spesso di segno contrario, gli insegnanti non sono tutti uguali”.

La posizione della Gilda

Sulla questione va segnalato anche un intervento di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti che afferma: “La professionalità di un docente non è valutabile unicamente in base alla metodologia didattica utilizzata. Quest’ultima, infatti, costituisce soltanto uno strumento che l’insegnante, nell’esercizio libero della sua funzione, come sancito dall’articolo 33 della Costituzione, sceglie di adottare. Certamente la formazione professionale è un fattore importante, ma bisogna costruire le condizioni affinché gli insegnanti possano dedicarsi all’aggiornamento in maniera seria e costruttiva”.