L’ultimo DPCM prevedeva lo stop degli spostamenti tra Regioni (anche nelle zone gialle). Con l’attesa del governo Draghi, oggi, 12 febbraio, sarà varato un nuovo decreto nella riunione a palazzo Chigi che prolungherà il divieto fino al 5 marzo 2021.
Quirinale e Regioni d’accordo
La curva dei contagi non sembra retrocedere e, anzi, continua a salire minacciata anche dalla presenza delle varianti. I governatori di Regione hanno firmato un documento con destinatario il Quirinale, nel quale si sottolinea l’esigenza di impedire che nelle prossime settimane ci sia un’apertura che rischi il “libera tutti”. Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha dichiarato al riguardo: “Abbiamo comunicato questo orientamento al ministro Boccia e al presidente incaricato Mario Draghi”. I ministri Speranza e Boccia avevano già avvertito di questo possibile rischi e, quindi, presidenti e Governo vanno verso la stessa direzione.
Nessun blocco per gli spostamenti dei docenti
Il divieto di spostamento, tuttavia, conferma che si potrà andare fuori dalla propria regione di residenza solo per motivi di lavoro, salute, urgenza e vi si potrà far ritorno. Nessun blocco, quindi, per i docenti fuori sede che posso sempre far rientro alla propria residenza o domicilio fuori dalla regione in cui operano.
Il punto sulle altre attività
Per quanto riguarda le attività turistiche, sportive e commerciali, ci saranno delle novità. Ecco il punto:
- Confermata la riapertura degli impianti sciistici da lunedì 15 febbraio (nelle zone gialle) con percentuali limitate in base alla portata oraria;
- Divieto di pernottare in un albergo o in una casa in affitto (tranne seconde case) fuori dalla propria regione;
- Fissate nuove regole per la riapertura serale di bar e ristoranti nelle regioni gialle e a pranzo in quelle arancioni;
- Piscine e palestre ripartiranno, ma gradualmente con una prima fase riservata alle lezioni individuali per poi continuare con gli sport di squadra e infine quelli da contatto. Sarà il Cts a stabilire come e quando;
- Nulla di certo, ancora, per cinema e teatri, che reclamano una riapertura al più presto, ma senza risposta da parte delle istituzioni.