Il grande gioco della politica non conosce soste, né lascia più sorprese sorprendenti alla fantasia degli elettori e così, da notizie di stampa alquanto informate, si profila all’orizzonte della catena delle Alpi piemontesi la candidatura dell’uscente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, nelle liste del Pd alle prossime elezioni politiche.
Un modo, si dice nella notizia di agenzia, per contrastare la “salita” (visto che, come dice Berlusconi, parte dal basso) di Mario Monti e per scompaginarne le carte.
Il posto che gli sarebbe stato promesso è quello di capolista, e non poteva essere altrimenti, per garantirgli l’elezione sicura, mentre le sue precedenti dichiarazioni, di tornare a fare il prof al Politecnico dopo l’esperienza di governo, cadono nel vuoto, come le promesse dell’innamorato immaginario.
Un nome comunque, quello di Profumo, anche per tenere a freno, si dice, i cosiddetti moderati del Pd e che spunterebbe pure le lance delle altre anime del partito di Bersani che avevano proposto altri candidati altrettanto, ma non esattamente come Profumo, di prestigio.
Alcuni esponenti del Pd dicono inoltre che Profumo sarebbe pure lusingato dell’offerta e non starebbe nemmeno nei suoi panni, non si sa se di ex ministro o di ministro in pectore: vedremo.
Chiude definitivamente con la politica, invece, la uscente ministra Elsa Fornero che aprì il mandato governativo col suo pianto ma che ha chiuso invece la sua esperienza col pianto disperato del personale della scuola aderente al comitato “Quota 96” che dall’oggi al domani si è visto ingiustamente penalizzato e scippato del diritto alla pensione.