In Calabria tutte le scuole (ad eccezione dei nidi nella fascia di età 0-3) sono state mandate in DaD fino al 21 marzo, come riferiamo in un articolo precedente. Lo ha stabilito l’ordinanza numero 10, firmata dal Presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì. Ma il Tar interviene a modificare la rotta e sospende l’ordinanza.
Le scuole di ogni ordine e grado devono essere riaperte da domani 10 marzo in Calabria.
Il Tar, che ha fissato l’udienza di merito per il 14 aprile, ha così accolto il ricorso presentato da un gruppo di genitori, docenti, presidi e associazioni di tutta la regione. Lo ha reso noto l’avv. Paolo Perrone che ha presentato il ricorso.
Le ragioni del tar
A quanto si legge nel provvedimento del Tar, non potendo di fatto essere accertato il numero di contagi da Covid-19 nelle scuole (se, quali e quanti contagi abbiano in concreto interessato le scuole calabresi) né quali siano gli effetti dei contenimenti derivanti dall’applicazione dei protocolli anti Covid a scuola; e d’altra parte, rilevandosi nel territorio un’incidenza del contagio inferiore ai livelli nazionali, un simile provvedimento di chiusura generalizzata di tutte le scuole della regione non è ragionevolmente motivato.
Si legge nel decreto del Tar:
Considerato che, come osservato in ricorso, la normativa statale (art. 43 DPCM cit.) contempla esclusivamente per le aree in zona rossa la sospensione delle attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado in presenza prevedendone esclusivamente la prosecuzione con modalità a distanza;
considerato che la Calabria, nel quadro classificatorio stabilito a seguito dell’art. 1 del D.L.n.15/21 è collocata in zona gialla;
nonostante in alcuni specifici territori (province di Vibo Valentia e Reggio Calabria) la proporzione di nuovi casi sia il doppio della media regionale (comunque sempre lontana dalla media nazionale),
un simile quadro potrebbe giustificare al più interventi mirati su comuni di quelle aree e non la chiusura dell’intero sistema di istruzione calabrese.