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Pedopornografia, attenti alla ‘free zone’: quella parte ‘nascosta’ della Rete che si fatica a controllare

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Su internet esiste una ‘free zone’ utilizzata dai pedofili e dai pedocriminali in quasi perfetto anonimato e che le polizie del mondo, ma anche le agenzie educative e di prevenzione, faticano a controllare, anche da parte dei minori. A ricordarlo è l’Associazione Meter, che il 19 febbraio ha presentato a Roma il rapporto 2012.
Sono stati 15.946 i siti pedofili e pedopornografici scoperti nel ‘web visibile’ dall’Associazione lo scorso anno. In calo rispetto al 2011 (erano stati 20.390), mentre aumenta in modo incontrollabile la presenza della produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedofilo e di abusi sui bambini: nel ‘deep web’ (la parte ‘nascosta’ della Rete) sono infatti 56.357 i siti monitorati in un solo anno. Secondo la onlus il ‘deep web’ è diventato il luogo ideale di coloro che delinquono da tutto il mondo. Un mondo nascosto vasto circa 550 volte rispetto al web visibile (i file emersi sono circa 2 miliardi, quelli sommersi 550 miliardi).
Dal dossier risulta poi che crescono le segnalazioni sui social network, 1.274 rispetto alle 1.087 del 2011. I casi seguiti al Centro di ascolto e accoglienza sono stati 61 rispetto ai 28 dello scorso anno (dal 2002 al 2012 sono stati in totale 951). Le consulenze telefoniche 839. Nella prevenzione sono state incontrate 18.600 persone tra cui 8190 studenti. Nell’ambito della prevenzione nella Chiesa sono state coinvolte 13 diocesi.
Da uno studio effettuato da Meter nel novembre 2012 nelle scuole primarie di Avola (Siracusa) su 770 alunni è emerso che il 99% di loro (tra 9 e 10 anni) ha un profilo su Facebook, aperto dopo aver falsato età e identità e usato senza alcun controllo dei genitori, se non marginale.
Per don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore Meter, “i numeri non ci devono ingannare, esprimono la realtà degli abusi sui bambini che oggi più di ieri non può essere considerata marginale, ma una vera e propria emergenza globale. Fino a quando ci sarà qualcuno che abusa di un bambino la società, la Chiesa, e anche tutte le altre realtà religiose e non, devono impegnarsi in una rete comune affinché il volto dell’uomo rispetti i piccoli e i deboli”.
L’associazione ricorda, infine, i gravi rischi di adescamento (grooming) e di ricatto legati all’uso dei social network da parte dei più giovani, grazie a ‘tecniche’ collaudate usate on-line da molti pedofili per conquistare la loro fiducia. La prima denuncia dopo la ratifica della Convenzione di Lanzarote in Italia è stata effettuata da Meter per aver adescato un bambino di 11 anni.