Mai così tante partite Iva. Soprattutto tra i giovani. Per le nuove aziende è un modo per assumere, spesso un ragazzo, senza che però il legali diventi troppo “stretto”. Per loro, i diretti interessati, invece, quasi sempre non c’è scelta. Ma i vantaggi, soprattutto a livello di diritti e di tipo previdenziali, non ci sono.
Eppure, in base a quanto riferito dalla Cgia di Mestre, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese venete, sui dati del ministero dell`Economia, nello scorso anno, nel 2012, sono state aperte 549.000 partite Iva. Di queste, 211.500 (il 38,5% del totale) sono ascrivibili a giovani con meno di 35 anni. Se rispetto al 2011 le aperture totali sono cresciute del 2,2%, tra i giovani l`aumento è stato quasi esponenziale: 8,1%.
L`area territoriale che ha segnato l`incremento maggiore tra gli under 35 è stata il Mezzogiorno. Su 211.500 circa nuove iscrizioni compiute dagli under 35 a livello nazionale, oltre 80.000 (pari al 37,8% del totale giovani) sono avvenute al Sud.
Sempre tra i giovani è stato molto significativo anche l`aumento del numero delle partite Iva in capo alle donne. Se l`anno scorso le nuove iscrizioni tra le giovani hanno superato le 79.100 unità (pari al 37,4% del totale under 35) la crescita rispetto al 2011 è stata del 10,1%.
L`area territoriale che ha segnato l`incremento maggiore tra gli under 35 è stata il Mezzogiorno. Su 211.500 circa nuove iscrizioni compiute dagli under 35 a livello nazionale, oltre 80.000 (pari al 37,8% del totale giovani) sono avvenute al Sud.
Sempre tra i giovani è stato molto significativo anche l`aumento del numero delle partite Iva in capo alle donne. Se l`anno scorso le nuove iscrizioni tra le giovani hanno superato le 79.100 unità (pari al 37,4% del totale under 35) la crescita rispetto al 2011 è stata del 10,1%.
“L`aumento del numero delle partite Iva in capo ai giovani lascia presagire, nonostante le misure restrittive introdotte dalla riforma del ministro Fornero, che questi nuovi autonomi lavorano prevalentemente per un solo committente”, ha commentato il presidente della Cgia, Giuseppe Bertolussi. Confermando i fondati sospetti, quindi, che dietro alla “maschera” del libero professionista, si celino centinaia di migliaia di rapporti di lavoro effettivamente subordinati. E spesso dei giovani, anche con formazione e curriculum di tutto rispetto, che pur di lavorare sono disposti a non regolarizzare la loro posizione. Arrivando ad aprire partite Iva senza che ve ne siano i presupposti.
L’ennesimo prezzo da pagare, da parte di una generazione la cui strada professionale si fa sempre più in salita.